ilNapolista

Battere la Juve è sempre una goduria. Per il resto, una partita in linea col campionato italiano

Il Napoli vince 2-1 con merito, va a punteggio pieno. Più otto sulla squadra di Allegri. Tre gol determinati da tre errori. Molto bene Anguissa

Battere la Juve è sempre una goduria. Per il resto, una partita in linea col campionato italiano
Napoli 11/09/2021 - campionato di calcio serie A / Napoli-Juventus / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Giorgio Chiellini

Tutto è bene quel che finisce bene. Il Napoli ha battuto la Juventus 2-1. In una partita che possiamo serenamente definire bruttina se non brutta. Una partita che ha fotografato l’attuale condizione del campionato italiano. Un campionato modesto. Il tifoso gode, e noi godiamo. Perché battere la Juventus vale sempre la giornata (o il mese, la stagione, a seconda delle proprie ambizioni), però oggi non abbiamo visto passi in avanti. Succede. Tutti i gol sono stati contraddistinti da errori. Uno di Manolas con uno stop da partita amatoriale che ha consegnato il pallone a Morata per lo 0-1 al decimo minuto. Poi, uno di Szczesny che non ha trattenuto un tiro tutt’altro che irresistibile di Insigne e Politano è stato bravo a segnare. Infine, Moise Kean che ha regalato il 2-1 al Napoli con un tentativo di autorete che ha regalato il gol al Koulibaly.

La partita ha ricordato quella di tredici anni fa. Napoli-Juventus 2-1 con gli azzurri che con Hamsik e Lavezzi rimontarono il gol di Amauri. Quella era una Juventus reduce dalla Serie B, prima dei nove scudetti di fila.

Non è il momento di fare sofismi. È sempre il risultato che fa la differenza. E quindi è una serata di gioia. Nove punti in tre partite. Punteggio pieno. Più otto sulla formazione di Allegri che è parsa davvero poca roba. È arduo dopo questa partita non riprendere il discorso sul peggioramento della Serie A. Il livello si è considerevolmente abbassato. Non sono soltanto infortuni. Oggi Ronaldo è tornato in Premier, ha segnato due gol ed è primo in classifica con lo United. La Juventus a un punto in tre partita è per lui un lontano ricordo.

Spalletti ci perdonerà, ma abbiamo visto un Napoli meno spallettiano, con meno idee, meno verticalità. Tanto possesso palla, soprattutto in alcuni momenti. Pallone che gira – lentamente – da destra a sinistra e viceversa. La differenza il Napoli ha provato a farla quando è riuscito ad accelerare. Ma nel primo tempo il Napoli è andato sistematicamente a sbattere sul legittimo muro difensivo eretto da Allegri che – senza sei calciatori, ricordiamolo, tra cui Chiesa e Dybala – si è ritrovato anche in vantaggio dopo dieci minuti, quindi ha ringraziato e si è messo comodo.

Il Napoli ha cominciato bene la partita. Dieci minuti. Intensi, che non hanno prodotto vere e proprie occasioni da rete. Tutto è bene quel che finisce bene. Poi è arrivato Manolas con il suo errore sciagurato su rimessa laterale. E Allegri ha potuto giocare la partita che aveva desiderato. In copertura, contro un avversario lento, prevedibile, incapace di accelerare. Di fatto, nel primo tempo non è successo nulla. Il Napoli è ripetutamente affogato nel pantano, nessuno in grado di superare l’uomo, Politano a volte avvilente.

Osimhen ha battagliato in area con Chiellini e Bonucci, Anguissa ha giocato una partita maiuscola, forse il migliore in campo. Ha coperto molto bene il campo e ha ottima tecnica. E con lui, Fabian si è sentito più sicuro e nella ripresa è cresciuto. Nel secondo tempo, Spalletti ha avanzato Mario Rui che, nonostante un dolore alla caviglia, si è reso pericoloso.

Poi, ci ha pensato l’emergenza a cambiare le carte in tavola. È l’emergenza a costringerti a pensare e ad agire diversamente. Spalletti ha cambiato Politano con Lozano e un minuto dopo si è fermato Insigne. Al suo posto è entrato Zielinski. Ma ci è voluto Moise Kean per decidere il match. Anche se il Napoli ha vinto con merito, pur senza aver costruito vere e proprie occasioni da rete.

ilnapolista © riproduzione riservata