Sul New York Times. “Per Messi la capacità di ispirare si basa sulla sua prestazione. Per i paralimpici è radicata in ciò che è successo loro”
Gli atleti paralimpici si sono rotti di essere “usati” per ispirare gli altri, in quanto persone sfortunate che ce l’hanno fatta. Questo paradosso ha un nome ormai accademico: “inspiration porn”, la pornografia dell’ispirazione.
In chiusura di Giochi paralimpici ne scrive anche il New York Times. In un pezzo nel quale ricorda che loro, gli atleti paralimpici si sono scocciati di essere considerati degli esempi non per i loro risultati sportivi ma per i “nonostante”. Nuota “nonostante” non abbia le braccia. Corre “nonostante” sia cieco. Eccetera.
Stella Young, giornalista, comica e attivista australiana, ha scritto un articolo ormai famosissimo dal titolo “Ramp Up” nel 2012, e ha poi tenuto un TED Talk sull’argomento nel 2014 “esilarante e lacerante”. Young ha inventato la definizione di “inspiration porn”.
“Stiamo oggettivando le persone disabili a beneficio delle persone non disabili. Lo scopo è di ispirarti, motivarti, in modo che possiamo guardarli e pensare: “Beh, per quanto brutta sia la mia vita, potrebbe essere peggio. Potrei essere io quella persona'”. Vivere con una disabilità non ti rende eccezionale”.
Una recente bozza di “The Purple Paper”, un progetto di ricerca sostenuto dal Comitato Paralimpico Internazionale e chiamato così per il colore associato alla consapevolezza della disabilità, include una sezione intitolata “Mainstream Media e ‘Inspiration Porn’ Trap”.
Nella bozza si chiede di “lasciarsi alle spalle il messaggio che la disabilità è una tragedia, qualcosa di cui essere grati di non avere”. “C’è un enorme paradosso, perché gli atleti in generale forniscono un servizio alla società essendo oggetti di ispirazione . Lionel Messi ispira milioni di bambini in tutto il mondo a cercare di diventare la migliore versione di se stessi lavorando duramente su qualcosa. Non c’è niente di male in questo”. Ma per Messi la capacità di ispirare si basa sulla sua prestazione. Per i paralimpici è radicata in ciò che è successo loro. Su come sono diventati disabili più che sulle capacità atletiche.
Darlene Hunter, tre volte paralimpica e professoressa universitaria, dice: “Se vuoi essere ispirato da me, lasciati ispirare dal fatto che ho quattro lauree, che ho 39 anni e sono nella migliore forma della mia vita e che sto sostenendo le donne nello sport. Ma non voglio essere fonte di ispirazione perché, ‘Oh, guarda, ha superato l’essere investita da un pirata stradale’.”