Intervista al Corsera dopo l’accordo con i fondi: «In sette anni colmeremo il divario con la Premier. Messi? Il calcio spagnolo non è crollato senza Ronaldo»
Il Corriere della Sera intervista Javier Tebas il signor Liga l’uomo che si è messo contro Real Madrid e Barcellona e ha spinto a chiudere l’accordo con i fondi (CVC) l’idea che prima di tutti aveva avuto il campionato italiano e poi è tramontata per l’opposizione di alcuni club tra cui Inter Juventus e lo stesso Napoli.
Nel calcio spagnolo arriveranno oltre due miliardi di euro. Tebas sostiene che con questi soldi nel giro di 7-9 si azzererà la distanza dalla Premier. Dice che la Liga diventerà un’azienda globale di intrattenimento digitale.
E che
«I grandi club devono capire che non comandano da soli. E soprattutto che non possono giocare da soli. La soluzione ai problemi è alzare il livello collettivo».
«Più è forte la Liga, più è difficile per il Real crearsi una Superlega. Io voglio anche una serie A forte economicamente. L’ho detto tante volte anche al presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che ora deve fare un aumento di capitale di 300 o 400 milioni: la soluzione non è nella Superlega ma nel portare la serie A al livello che merita. Non ci può essere tutta questa differenza fra Liga e serie A. L’Italia, organizzandosi, potrebbe tornare in pochi anni ai livelli di un tempo. Ha tutto per riuscirci. Ma deve cambiare mentalità».
«La Superlega non è un format ma una concezione ideologica di alcuni club europei, che vogliono decidere da soli il futuro del calcio mondiale. Il format presentato è morto, ma la strategia che sta alla base è vivissima. E va combattuta. Anche perché ha appoggi silenziosi, come quello della Fifa».
«All’idea dei fondi voi ci avevate pensato prima di tutti. (…) La serie A deve fare un cambio urgente, di controllo economico e di iniezioni come quella dei fondi. Ma alla svelta. Altrimenti rischia di restare molto indietro. Deve internazionalizzarsi, ma se vuole tornare al passato deve guardare al futuro».
Dell’addio di Messi, oltre al dispiacere, dice:
Se il sistema calcio spagnolo non è crollato quando se ne è andato Cristiano nel 2018, vedrete che non succederà nemmeno stavolta. Anzi, mi pare che, nonostante CR7, i diritti tv della serie A siano scesi del 10% a livello nazionale e ancora di più a livello internazionale. Noi invece siamo addirittura cresciuti».