I giornali Rcs ripuliscono così gli attacchi di Juric a Cairo: «C’è austerity ma sarà una grande sfida»
Il metodo Pyongyang rielabora le vere parole dell'allenatore: «Si tagliano i costi in ogni modo. È legittimo ma nessuno me l'ha mai detto. È la sfida più allucinante della mia carriera»

Db Torino 15/08/2021 - Coppa Italia / Torino-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Ivan Juric
C’erano una volta le paginate di Gazzetta e Corriere della Sera sul Torino di Juric la grande squadra capace di oscurare il mito di Valentino Mazzola e compagni. I giornali di Cairo che casualmente è anche il proprietario del Torino, hanno leggermente (appena appena) enfatizzato il ruolo del Toro nel calcio italiano contemporaneo e iscritto il suo allenatore nell’Olimpo delle panchine. Fino a ieri. Fino alla conferenza stampa di ieri, vigilia di Fiorentina-Torino.
Ora, se una persona acquistasse solo i due sopracitati quotidiani (e vivesse in una caverna, senza Internet), leggerebbe solo dichiarazioni del tipo:
«La mia società ha preso la strada dell’austerity. È legittimo, perché il club ha perso molti soldi negli ultimi anni: io e il mio staff non ne eravamo a conoscenza. Ma sarà una sfida ancora più stimolante».
Nulla nel titolo del Corsera. La Gazza, che dedica almeno cinquanta righe all’attività intestinale di Juric, stavolta condensa il tutto in un boxino di 12 righe. Titolo addirittura trionfalistico: «C’è austerity ma sarà una grande sfida».
Gli altri giornali sono più generosi con Juric. Le riportano integralmente:
«Torino e Fiorentina sono su due strade completamente diverse, loro hanno tanti soldi, comprano e tengono i migliori, da noi invece regna l’austerity, si tagliano i costi ad ogni modo, a prescindere dalla forza della squadra che comunque è arrivata negli ultimi due anni a salvarsi alla fine». «Tutto ciò è legittimo visto che il Toro ha perso molti soldi a causa di investimenti sbagliati, risultati e mancati introiti per il Covid. Il problema è che nessuno me l’ha mai detto, accetto la situazione ma sono rimasto sorpreso per il modo di fare. (…) È la sfida più stimolante ma anche più allucinante della mia carriera».
I GIORNALI EUROPEI
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