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Buffon: «Non smetto perché mi sento un artista e un artista ha sempre una certa dose di narcisismo»

A Repubblica: «Non temo la depressione perché con la mente sono già oltre il calcio. Mi hanno accusato di essere fascista, mi definisco un anarchico conservatore»

Buffon: «Non smetto perché mi sento un artista e un artista ha sempre una certa dose di narcisismo»
Db Torino 02/03/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Spezia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluigi Buffon

Su La Repubblica, un’intervista a Gigi Buffon. A 43 anni passa al Parma, non lascia ancora il calcio.

«Prima di decidere ho ascoltato la mente per capire se avevo ancora le energie necessarie alla sfida, poi il cuore, perché senza cuore non puoi vincere neppure a briscola».

In passato ha sofferto di depressione: temeva di ricascarci in caso di ritiro?

«Guardi, con la testa sono oltre il calcio già da qualche tempo. Ho molti altri interessi e non vedo l’ora di dedicarci lo spazio che meritano. Sono protetto da figli, amici, sorelle, genitori e ho la fortuna di avere accanto una donna, moglie, compagna e amica d’avventura come Ilaria. La depressione è un lontano ricordo divenuto persino abbastanza caro, perché il tormento mi ha fatto apprezzare quanto può essere intenso ogni singolo attimo di una giornata».

Non lascia perché si sente un artista.

«Mi sento un artista e non ho voluto smettere perché credo che un artista coltivi sempre il desiderio di mettere in mostra il gesto, se ancora ne è capace, per appagamento personale e una certa dose di narcisismo».

Sulle sue simpatie politiche, spesso associate alla destra:

«Sì, sì, sì…in questi anni sono stato oggetto delle accuse più fantasiose, insensate e offensive. Hanno detto: Buffon è un fascista. Non so che cosa rispondere, se non che mi sento e mi sono sempre sentito orgoglioso di rappresentare il mio Paese. Ho sempre creduto che le persone debbano essere uguali davanti alla legge, ma per me un uomo intelligente vale più di uno stupido, un uomo onesto vale più di un disonesto, un uomo capace vale più di un incapace. Capisco e ritengo giusto, umano e cristiano dare una mano a chi ne ha veramente bisogno, ma senza creare situazioni di disagio, di malessere o addirittura di conflitto tra chi è nato in Italia e chi vi è immigrato. Non mi sembrano idee di destra o sinistra, piuttosto parametri personali che servono a orientarmi. Se mi dovessi definire sul piano politico, direi che sono un anarchico-conservatore».

 

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