Su La Stampa: «se tra i giovani che abbiamo visto comportarsi come scimpanzé nelle strade e sulle piazze ci sono i futuri Camus o Derrida, certo si mimetizzano bene»

Su La Stampa, Piergiorgio Odifreddi dice basta all'”insopportabile sbornia da pallone”. Una requisitoria contro il calcio (accostato al voyeurismo) e i calciatori (ultrastipendiati, più dei premi Nobel).
Il calcio, scrive, non può insegnare nulla di buono e utile nella sviluppata Italia.
“A giudicare dalle reazioni selvagge che esso scatena, dentro e fuori gli stadi, sembrerebbe proprio di no. Semmai, è diventato una scuola di regressione alla giungla, e se tra i giovani che abbiamo visto comportarsi come scimpanzé nelle strade e sulle piazze ci sono i futuri Camus o Derrida, certo si mimetizzano bene, e faticheranno non poco a tagliare il cordone ombelicale che li lega al branco”.
C’è poi l’accostamento al voyeurismo e alla pornografia.
“Guardare in televisione i calciatori che giocano non è diverso dal guardare gli attori che fanno all’amore: costituisce cioè una forma di voyeurismo, nel caso migliore, e di pornografia, in quello peggiore. Intendiamoci, con quello che succede al giorno d’oggi, e che leggiamo sui giornali, guardare film porno o partite, invece di fare l’amore o giocare, non è forse il male peggiore, ma certo non costituisce un atteggiamento sano e maturo verso il sesso o lo sport. Lasciamo perdere poi gli orgasmi collettivi che gli spettatori esibiscono nelle strade e sulle piazze, che farebbero ridere se avvenissero letteralmente dopo la visione di un film porno, ma fanno piangere se avvengono metaforicamente dopo una partita”.
Odifreddi non nasconde la sua avversione per il calcio. Anzi, la spiega. Ne dichiara i motivi.
“Il fatto è che il pallone da calcio è un meraviglioso oggetto, costituito di venti esagoni e dodici pentagoni, scoperto niente meno che da Archimede, e realizzato dalla natura nella molecola di fullerene C60, costituita di sessanta atomi di carbonio messi ai vertici del solido: il cuore di un matematico sanguina, quando lo vede preso a calci, come sanguinava il cuore dei fedeli quando gli anarchici prendevano a fucilate la statua della Madonna nella guerra di Spagna. Un matematico potrebbe al massimo accettare che col pallone si giocasse di testa, ma purtroppo giocare coi piedi è più remunerativo e onorevole. Ad esempio, oltre a guadagnare molto più dei premi Nobel, i calciatori della nazionale sono stati subito ricevuti al Quirinale e a Palazzo Chigi, mentre Rubbia ha dovuto attendere trent’anni per diventare senatore a vita. Così va il mondo, e c’è poco da fare, ma almeno permettete a quelli come me di lamentarsene…”.