Il quotidiano argentino ne accentua le origini umili, tratteggiandole in modo anche troppo sudamericano. Il tatuaggio di Maradona sulla gamba sinistra scatena la suggestione

Le origini umili di Lorenzo Insigne sono piuttosto esasperate, nel ritratto che ne fa La Nacion alla vigilia della finale con l’Inghilterra. Frattamaggiore diventa, ad esempio, “un quartiere umile dove il monello di strada viene chiamato scugnizzo”, una descrizione che sa tanto di barrio e di favela. Lo descrive come un pessimo studente, che lasciò la scuola e si guadagnava da vivere facendo mercati col cugino mentre giocava a calcio.
L’attenzione poi si sposta sul fatto che non sia mai stato così importante per la Nazionale, dove si trova perfettamente a suo agio e si sta esprimendo ad alti livelli, pur avendo già 30 anni. Viene ricostruita anche la vicenda relativa al suo contratto che andrà discussa alla fine del torneo, fino ad arrivare al passaggio più significativo: un evocativo parallelo con Diego Armando Maradona.
Tra la moltitudine di tatuaggi che decorano il suo corpo, un enorme disegno del Pelusa domina la gamba sinistra. Ha sempre evitato ogni paragone con l’idolo caduto, ma nel caldo che precede la finale degli Europei contro l’Inghilterra, la partita più importante della carriera di Insigne (ha vinto solo due Coppe Italia), alcuni hanno voluto vedere sul suo corpo prima di recarsi a Wembley l’apparizione della mano di Dio.