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“La mano”, nel racconto di Simenon un borghese piccolo piccolo si riprende la sua vita  

Un pauroso ed affascinante interno camera con vista nella mente di Donald Dodd, mosso dall’odio verso ciò che è diventato e verso chi ha annullato il suo io 

“La mano”, nel racconto di Simenon un borghese piccolo piccolo si riprende la sua vita  

Dall’immensa mole narrativa dei non-Maigret di Georges Simenon emerge il racconto “La mano (pagg. 172; euro 18; Adelphi)” candidato ad essere una delle ristampe dell’anno.

Brentwood (Connecticut), c’è un avvocato che si chiama Donald Dodd che apparentemente possiede tutto: l’amore fervente e non invasivo di Isabel, due figlie carine e diverse che studiano in un buon collegio, amicizie che datano dai tempi del College, come quella con il brillante Ray, consulente di grido a New York. Ray e Mona coppia smart sono ospiti a Brentwood in una coda dell’inverno e Donald li porta con sé ad un party in casa di Harold Ashbridge. Lì accade l’eventus damni – Ray ha un rapporto sessuale con la moglie del padrone di casa – e si sviluppa l’odio di Donald nei confronti del suo migliore amico che si sostanzierà in un mancato intervento di ausilio al ritorno, caratterizzato da un’improvvisa tormenta di neve che fa perdere le tracce del consulente.

Fumando nel fienile con la panchina rossa, Donald dà forma ai suoi pensieri ossessivi nascosti. Altro elemento il desiderio della mano di Mona – la moglie dell’ex amico – quando giacciono insieme con Isabel sui materassi nel living room arrangiato a campeggio. Da questi due accadimenti – è o non è Simenon il mago dei dettagli? – si sviluppa tutta la storia che vede affermarsi il vero Donald. E tutto ciò che verrà non sarà che una conseguenza della affermazione della sua vera – e riscoperta – personalità.

“La mano” è un pauroso ed affascinante interno camera con vista nella mente di un borghese piccolo piccolo che si riprende la sua vita nella lacerante luce livida del sentimento più borghese che ci sia: l’odio verso quello che si è diventati e nei confronti di chi ha contribuito ad annullare il tuo vero io.

 

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