«In Italia il problema è “Bella ciao”, il fascismo è diventato senso comune”
Il professor Portelli su Repubblica Roma: «È perverso dover difendere Hysaj. Non si può avere una posizione neutrale fra chi è fascista e chi non lo è»

Db Torino 25/08/2018 - campionato di calcio Serie A / Juventus-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Lazio ultras
Su Repubblica Roma un intervento di Alessandro Portelli, ex ordinario di letteratura americana alla Sapienza. Il tema è il caso Hysaj-Bella ciao. È paradossale che ci si debba schierare con il terzino perché ha cantato una canzone che non piace ai fascisti.
“Mi pare perverso che sia necessario difendere (#io sto con Hysaj) un ragazzo reo di avere cantato una canzone tutto sommato patriottica che però non piace ai fascisti. È segno di come, in questo paese che insiste a credersi democratico, il fascismo stia diventando senso comune, e l’antifascismo anche inconsapevole qualcosa da proteggere come una specie in estinzione”.
Secondo Portelli, il problema chiama in causa anche i media.
“Non si può avere una posizione neutrale fra chi è fascista e chi non lo è, parlando di “polemica” o addirittura di “caso ‘Bella ciao’”, come se il problema fosse la canzone e come se si trattasse di un dibattito a par condicio. Non c’è nessuna polemica, non c’è nessun “caso”: “Bella ciao” è la nostra normalità, e in questa normalità c’è solo un’irruzione fascista che nei media cerca, e trova, risonanza e legittimità”.
Ce n’è anche per il comunicato emesso dalla Lazio. Portelli scrive che, anche se è meglio di niente, non è abbastanza incisivo.
“Anche il comunicato della società è meglio di niente ma potrebbe essere più incisivo. Difende il giocatore (dopo tutto, è un investimento economico), ma fa imbarazzati giri di parola per evitare la parola “fascismo”; parla di «strumentalizzazioni politiche» come se ci fosse qualche cosa da strumentalizzare, e facendo finta di non essersi accorti che da almeno mezzo secolo tutte le provocazioni vengono dalla stessa parte. Il problema non è la politica, il problema sono i fascisti. Se Lotito (che peraltro non è per niente apolitico, si è candidato al senato con una lista di destra) avesse verso i fascisti lo stesso rigore che ha avuto verso frange ultras che minacciavano il business societario, forse si farebbe più chiarezza“.
Le istituzioni dovrebbero intervenire per far rispettare le leggi. In Italia l’apologia di fascismo è un reato.
“E comunque anche gli insulti e le minacce rivolti a Hysaj in questi giorni sono un reato penale, e la responsabilità penale è personale. Questi provocatori si nascondono eroicamente nell’anonimato di gruppo; ma se le autorità responsabili cominciassero a far rispettare la legge e a farne pagare, uno per uno, le conseguenze, forse queste provocazioni si diraderebbero“.
Portelli, tifoso laziale, rivendica che nella tifoseria biancoceleste non è sempre esistita un’egemonia fascista, ma che questa si è espansa
“da quando dal tifo spontaneo e mischiato si è passati all’irreggimentazione del tifo organizzato e separato”.
E non bisogna neanche credere che si tratti di un problema solo della Lazio.
“Ora, purtroppo, la Lazio non ha affatto il monopolio di questa schifezza. Il riflesso che associa fascismo e Lazio non solo ignora la maggioranza (oggi per fortuna non più silenziosa) dei supporter laziali, ma rischia di far passare il tutto come un problema della Lazio e non del calcio in generale”.