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Il sottovalutato Spalletti. Voleva Napoli e il Napoli, e si vede

Conosce la forza della squadra, soppesa le parole, è molto più carnale di altri che avevano il solo pregio di essere pompati dai media

Il sottovalutato Spalletti. Voleva Napoli e il Napoli, e si vede

Il verbo spallettiano già impera e sagace ci riporta alla normalità, alla realtà, alla calma. Composto, attento, ironico al punto giusto, determinato e romantico quando si stringe intorno ai pochi tifosi a Dimaro per un saluto. Spiazzante nelle risposte a domande trite e ritrite come un’insalata ritrovata in frigo dopo settimane. Il Napoli è forte e lui lo sa. Il Napoli, così com’è, è la più rodata del torneo, la più affiatata, la più leggera. Certo serve un terzino sinistro di spessore e forse qualche ricambio all’altezza dei titolari ma, se insieme alle maglie, ad inizio campionato arrivasse anche la conferma di tutti i big, ci farà divertire.

Acuto quando si dichiara fiero aziendalista, capace quando trasmette il suo credo calcistico, attento quando parla dei singoli. Nessuna ricerca di nemici, nessuna via di fuga apparecchiata. È a Napoli perché voleva esserci da tempo e l’ha studiato, l’ha imparato, lo sta correggendo. Luciano Spalletti è uomo di campagna molto meno borghese di quanto si pensi e molto più carnale di quanto si crede di altri che, al netto delle stagioni, hanno svilito l’ambiente, lo hanno diviso e mandato in confusione. Spalletti è qui per riordinarlo, per dargli un senso, per rigenerarlo.

Le sue parole sulla rosa sono importanti. Su Demme, su Osimhen, su Manolas ma anche su Tutino e su Malcuit. Gli piace stare qui, lo si vede, lo si percepisce. Sembra stralunato e annoiato ma invece è attento, concentrato. Sa che per sopravvivere da queste parti serve pesare le parole, le virgole, i punti. Tuttavia sa anche che i settantasette punti della scorsa stagione sono un bottino magro ma dannatamente falsato da clamorose figuracce contro modesti avversari e dunque ha chiaro da dove parte e forse anche dove vuole puntare.

Si ragiona giorno per giorno. Si riscopre il gusto di fare calcio settimana per settimana. Si attendono i nazionali, si rigenerano gli scontenti, si fa pace con la gente mostrando il motto da curva. Luciano Spalletti è un big del calcio italiano, una figura sottovalutata, un allenatore che ha sempre portato risultati ovunque sia andato. Vive la stessa considerazione di Mancini prima dell’Europeo eppure all’estero hanno portato trofei e successi. In Italia si è glorificato Pirlo (ancora senza panchina) si è osannato Gattuso (ancora senza panchina) si è magnificato Allegri (che dopo la Juventus è tornato ad allenare la Juventus) ma si ha la forza di mettere in discussione Luciano Spalletti al quale non resta che trovare la sua consacrazione riaccendendo Napoli e la sua passione.

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