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Catenaccio e contropiede, l’Italia di Mancini omaggia Gianni Brera

BESTIARIO DEGLI EUROPEI – Mancini è l’antitesi dell’integralismo. Immobile è come Serginho dell’82. Il nazionalismo barocco di Bonucci. Un pensiero per Morata

Catenaccio e contropiede, l’Italia di Mancini omaggia Gianni Brera
Londra (Inghilterra) 06/07/2021 - Euro 2020 / Italia-Spagna / foto Uefa/Image Sport nella foto: Leonardo Bonucci

SANTO CATENACCIO. Onore imperituro all’italica tradizione del santo catenaccio cantata omericamente dall’immenso Gioann Brera fu Carlo. Evviva il culto della difesa. L’imago decisiva dell’atavica sofferenza al 55’: gli iberici padroni al centro del campo e undici azzurri dietro la pelota. Cinque minuti dopo, all’ora esatta di gioco, Gigione il Pompeiano (prevengo i soliti cacacazzi dei commenti: Donnarumma abita a Pompei, non a Castellammare) rilancia un pallone che arriva fino a Chiesa. Uno a zero. Si chiama contropiede. Il resto è altra sofferenza e poi nervi, piedi e cuore ai rigori – 8

VICOLO CIECO. La costruzione dal basso degli azzurri che giocano come una squadra di club stasera è stata un vicolo cieco, senza sbocchi. E i tre del centro, Verratti Jorginho e Barella, non hanno mai avuto il tempo di pensare travolti dalla necessità continua di arginare, sovente perdendo palloni o andando a vuoto – 4

ESTETICA O ESTATICA? La Spagna di Luis Enrique ha dominato e fatto il settanta per cento del possesso palla. Benedetto possesso contro santo catenaccio. E una sola regola a valere. La solita: vince chi la butta dentro, in campo e ai rigori. Spagna estetica. Italia estatica – 7

IL NOSTRO SERGINHO. Brera celebrò santo catenaccio ai mondiali ispanici dell’Ottantadue. Tra le vittime dell’Italia di Bearzot armato di pipa ci fu quel Brasile con Serginho centravanti. Ecco, stasera i soliti e inspiegabili problemi di Immobile con la pelota, con il biondo torrese incapace persino di fare un banale controllo, mi hanno evocato la triste figura di Serginho – 5

IL RIGORE PERFETTO. Jorginho aveva un Paese sulle spalle, al netto della patetica retorica di Caressa e Bergomi, e il suo rigore ha trasformato Unai Simon in una statua di sale. Il pipelet iberico sino ad allora posseduto dall’arteteca è rimasto inchiommato a terra, guardando il pallone rotolare in rete alla sua sinistra – 8

OPERAI E VINCITORI. Di Lorenzo e Insigne sono stati tra gli azzurri che hanno faticato senza sosta e senza arrendersi. L’Italia delle meraviglie contro il Belgio si è guadagnata la pagnotta della finale con una vittoria operaia – 7

FORZA MORATA. Per questo bravo ragazzo iberico l’Europeo è stato anche un inferno di minacce e critiche. Stasera ha sbagliato il rigore decisivo e noi siamo con lui, al di là di tutto – 7

IL QUINTETTO. I nomi dei cinque rigoristi azzurri. Nell’ordine: Locatelli, Belotti, Bonucci, Bernardeschi, Jorginho. Due entrati nel secondo tempo, Locatelli e Belotti, uno nei supplementari, Bernardeschi – 7

LA PARATA. Gigione il Pompeiano è stato una sorta di faro che si ergeva sulla massa azzurra radunata a difesa della sua porta. Il penalty parato a Morata è stato l’assist vincente all’ultimo rigorista azzurro. Senza un grande portiere un catenaccio non può mai diventare santo – 8

ZITTO ZITTO. Emerson ha sostituito il povero Spinazzola con un senso di colpa inconscio, caricandosi il rimpianto collettivo per l’assenza del romanista. Eppure zitto zitto ha colpito pure una traversa – 7

MANCIO PER TUTTE LE STAGIONI. Il cittì dell’Italia è l’esatto opposto dell’integralismo imperante. Le sei vittorie azzurre sono un catalogo di rara varietà, per giocatori e moduli. Una nazionale concava o convessa a seconda della partita. E poi c’è la costruzione di questo gruppo davvero unito diventato una squadra vera, l’unico modo per vincere senza fuoriclasse, tranne Donnarumma e forse Chiesa – 8

BIANCONERI. Questo Bestiario balbetta quando si tratta di celebrare i due giocatori che incarnano l’odiata juventinità, Chiellini e Bonucci. Il primo ha bullizzato il povero Jordi Alba al momento del sorteggio per i rigori. Il secondo continua a parlare con le frasi fatte tipiche di un nazionalista barocco: “Ci manca un centimetro per diventare leggenda”. Mettiamola così: ci sono modi e modi di essere italiani. Quello di Bonucci è tra i più insopportabili – 4

BANDIERA ROSSA. Sesta vittoria contro una nazionale dal coloro rosso: Turchia, Svizzera, Galles, Austria, Belgio e Spagna. Ora c’è da sperare nella Danimarca – 7

LA FESTA PER SPINA. Insigne con la maglia di Spinazzola e tutti intorno a fare cori per il terzino operato. L’immagine più bella – 8

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