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Per la Nfl i giocatori di colore hanno “funzioni cognitive inferiori rispetto ai bianchi”

Una causa ha appena smontato il “race norming” nel football americano, una formula razzista grazie alla quale si pagavano risarcimenti inferiori ai neri per danni celebrali

Per la Nfl i giocatori di colore hanno “funzioni cognitive inferiori rispetto ai bianchi”

Fino a pochi giorni fa per la più importante lega al mondo di football americano, la NFL – una delle più grandi industrie sportive al mondo – i giocatori afro-americani avevano funzioni cognitive più basse di quelli bianchi. Un “razzismo sistemico” codificato in una formula utilizzata per assegnare contributi agli ex giocatori affetti da danni cerebrali. Si chiama “race-norming”.

La causa avviata dai due ex giocatori di colore, Kevin Henry e Najeh Davenport, ha avuto successo: la NFL – anno 2021 – ha così annunciato che smetterà di utilizzare questa sua pratica entrata in vigore non un paio di secoli da ma solo nel 1990.

In pratica fino ad ora, nel silenzio dei media che ignoravano la cosa – la Lega gestiva le cause per commozione cerebrale intentate da giocatori ritirati con due metri diversi a seconda se il giocatore fosse bianco o di colore. Agli afro-americani attribuiva valori inferiori, come se avessero funzioni cognitive più basse dei colleghi di pelle bianca.

In pratica – spiega il Messaggero – se un giocatore bianco partiva da un livello cognitivo di 100, e dimostrava di essere sceso a 70, a lui sarebbe andato un risarcimento di un certo tipo. Ma siccome un nero partiva automaticamente da un livello più basso, tipo 80, se anche lui fosse sceso a 70, il suo risarcimento sarebbe molto inferiore.

La Nfl ha annunciato di aver riunito un’équipe di neuropsicologi per cercare una nuova pratica da adottare. L’équipe comprende anche due donne e tre dottori di colore, giusto per non partire male. E ha fatto sapere che, una volta introdotta, questa nuova procedura sarà retroattiva.

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