ilNapolista

Musetti-Djokovic ci ha ricordato Napoli-Real Madrid

I primi due set al Roland Garros sono equiparabili al primo tempo della squadra di Sarri. Ma in futuro Musetti avrà più chance di rivincita

Musetti-Djokovic ci ha ricordato Napoli-Real Madrid
Da una parte un giocatore pieno di talento e dal gioco spettacolare, ancora inesperto sui grandi palcoscenici ma capace di fiammate ammalianti anche per i tifosi neutrali. Dall’altra, il campione esperto e celebrato, dalla bacheca ricolma di trofei e con un conto in banca ipermilionario. Questo, in estrema sintesi, è stato il canovaccio della bellissima partita andata in campo tra Lorenzo Musetti e Novak Djokovic lo scorso lunedì a Parigi e valevole per gli ottavi di finale del Roland Garros, una sorta di campionato del mondo su terra battuta. Sappiamo purtroppo tutti come è andata a finire: il nostro giocatore, nato a Carrara poco più di diciannove anni fa, pur giocando per la prima volta in carriera un torneo così importante ed essendo appena al 76° posto della classifica mondiale, ha giocato un tennis dalla qualità eccelsa per due ore e mezza. Musetti si è portato in vantaggio di due set contro il numero uno del mondo – che sino a qualche mese fa vedeva solo in televisione – prima di cedere alla distanza alla maggiore esperienza in situazioni del genere del campione serbo.
Calcio e tennis sono molto diverse tra loro come discipline (basti pensare che una è di squadra, mentre l’altra è individuale), ma all’appassionato napoletano di entrambi questi sport la partita andata in scena sul campo centrale del torneo parigino ha inevitabilmente evocato la sfida più prestigiosa vissuta dalla propria squadra negli ultimi trent’anni, un ricordo dolce-amaro come sicuramente lo diverrà anche la partita tra Musetti e Djokovic.
Stiamo parlando della sfida giocata quattro anni fa dal Napoli, valevole sempre per gli ottavi di finale, ma in questo caso della coppa più più importante per i club di calcio europei, la Champions League. Nella stagione 2016-17 la squadra allenata da Maurizio Sarri, alla sua seconda annata all’ombra del Vesuvio (la più bella dal punto di vista spettacolare del triennio del tecnico toscano, per il numero di gol segnati e il meraviglioso gioco visto nel girone di ritorno del campionato di quell’anno) affrontò il Real Madrid campione d’Europa in carica. La squadra allenata già da un anno da Zinedine Zidane era così forte da vincere anche le due successive coppe Campioni e, a ben guardare quella rosa, si capisce perché sia stata la prima, dai tempi dall’Ajax dei primi anni Settanta, a centrare una tripletta di tale portata. Navas, Carvajal, Varane, Ramos, Marcelo, Modric, Casemiro, Kroos, James Rodriguez, Benzema e Cristiano Ronaldo furono i giocatori a comporre l’undici titolare che affrontò il Napoli all’andata del doppio confronto. Ancora oggi quasi tutti i calciatori elencati sono dei top player, nonostante l’età si faccia sentire anche per tali campioni: basta tarare il loro valore attuale con cinque anni in meno sulla carta d’identità, per capire la straordinaria forza di quel Real.
Eppure in quell’inverno 2017 la squadra di Sarri, nonostante il divario tecnico e di esperienza a proprio sfavore, fu capace di impegnare seriamente il Real: all’andata, giocata nel mitico Santiago Bernabeu, andando in vantaggio con uno splendido gol di Insigne, che costrinse i blancos a chiudere il primo tempo con uno scomodo 1-1 (le reti nella ripresa di Kroos e Casemiro firmarono poi il 3-1 finale che scatenò la celebre sfuriata di De Laurentiis contro Sarri). Ma fu soprattutto al ritorno, in un San Paolo stracolmo sin dalle prime ore del pomeriggio come non accadeva dai tempi di Maradona, che il Napoli fece sognare i propri tifosi. Un primo tempo meraviglioso per geometrie e qualità delle giocate mostrate da capitan Hamsik e compagni consentì, grazie al gol di Mertens al 24° minuto, di andare all’intervallo a un solo passo da un’impresa storica. Sotto alcuni punti di vista, poco conta che nel secondo tempo di quella gara le Merengues abbiano finito per dilagare, vincendo nuovamente 3-1: il risultato sfavorevole ancora oggi non cancella dalla memoria dei tifosi napoletani tanta bellezza ed efficacia come quella vista nei primi 45 minuti della partita di ritorno contro il Real Madrid.
Un primo tempo che assomiglia per tanti versi ai primi due set giocati contro il recordman assoluto di settimane al numero 1 della classifica dal nostro Musetti, uscito dal campo sconfitto ma applaudito, innanzitutto da Djokovic. Il Napoli, che pure ha avuto altri epigoni in Europa (le vittorie, questa volta effettive, ottenute per due anni contro i campioni di Europa del Liverpool e le splendide partite giocate contro il PSG), però attualmente davanti a sé, a causa di vari errori strategici della propria dirigenza, non può sperare di rifarsi a breve, visto che per il secondo anno consecutivo non parteciperà alla Champions League.
La fortuna di Lorenzo Musetti e dei suoi sostenitori è invece che il futuro sia tutto dalla parte del tennista azzurro: quando si ha la giovanissima età del toscano e si gioca già così bene (nel 2021 solo 19 colleghi hanno fatto più punti di lui) i margini di miglioramento sono tali che – seppur il futuro lo sappiano prevedere solo i maghi – non è azzardato dire che Lorenzo vivrà presto in prima persona tanti Napoli-Real Madrid tennistici nei quali prendersi la propria rivincita, non solo valevoli per gli ottavi di finale, ma anche per turni più importanti.
ilnapolista © riproduzione riservata