ilNapolista

La grancassa per la Nazionale serve a nascondere il calcio svelato da Iene e Report

La speranza di far dimenticare un mondo opaco fatto di video spariti, bilanci alterati, plusvalenze, passioni per il gioco d’azzardo

La grancassa per la Nazionale serve a nascondere il calcio svelato da Iene e Report

Sono colpito e sbalordito per l’improvviso entusiasmo cartaceo e televisivo, ammantato di tricolore di commozione, per l’Europeo della nazionale italiana, manco fosse un Mondiale da giocare tutto in Italia, in questo giorno di passione pompata a tutti i livelli, con avanspettacolo all’Olimpico, Italia e Turchia in campo, canti elegiaci per la squadra azzurra, epinici per Roberto Mancini, la commozione del presidente Gravina, la festa romana, il ritorno contingentato sugli spalti però è il primo passo.

Con un impegno che commuove, una straordinaria grancassa mediatica copre l’assordante silenzio sui trucchi e il calcio sporco denunciati da Report, filmati di partite che scompaiono, giocate di molti nostri eroi sui casinò telematici, scommesse di giocatori sul calcio giocato che non sono da escludere, sono già state scoperte in passato, plusvalenze fittizie, bilanci bugiardi, società cinesi e americane, il Pallone italiano che sta abdicando in tutto tranne che sull’eterna narrazione patriottica, il campionato più bello del mondo, ecco a voi le nuove figurine Panini.

È un lodevole, palese impegno a rendere pulito il calcio sporco attraverso la nazionale e la mobilitazione dei sentimenti sull’intero Stivale, nave senza nocchiero in gran tempesta.

Interessi particolari sollecitano il battito di cuori stanchi e scettici (un tifo tiepido, la pesante caduta di interesse per il calcio soprattutto tra i giovani, lo scetticismo di chi ha seguito un calcio meno opaco). Giornali che tentano di vendere una copia in più sparano in prima pagina il Pallone europeo, alcuni addirittura la pagina europea pubblicitaria di Poste italiane, e i soliti titoli strappalacrime, Italia facci sognare, Avanti Italia. La Rai che tenta di accalappiare con telecronache melense i clienti già condannati al canone obbligatorio cercando di salvare col calcio un palinsesto vecchio e ripetitivo. Sky che spara l’intero l’Europeo per farsi perdonare dai suoi abbonati la perdita prossima della serie A senza concedere alcuno sconto a chi aveva sottoscritto un contratto comprendente tutto il calcio italiano, serie A in testa (ma non s’era parlato del 15% in meno?). La Federcalcio sollevata dalle sanzioni sospese sulla Superlega.

Tutti insieme appassionatamente per fare dimenticare un calcio che non inganna più nessuno, che non ha più una lira e ha una montagna di debiti, il calcio italiano sbattuto fuori da tutte le competizioni internazionali e che aderisce alla Superlega dei ricchi, che ha inventato un nuovo mercato, quello degli allenatori, per destare un minimo interesse, ritrovandosi a corto di talenti autentici che vadano in campo da protagonisti, allenatori a nove milioni l’anno, come è legittimo ma altrettanto vergognoso, giocatori di vent’anni che scelgono le befane arabe che riempiono di petrodollari le loro calze e anche i parastinchi.

Chi campa sul calcio tenta la nuova operazione delle notti magiche, ma Gianna Nannini ha 67 anni, ne aveva 35 quando cantava con Bennato l’estate italiana del 1990, altro pateracchio del pallone italico con la vergognosa finale servita alla Germania e lo scandalo degli stadi nuovi.

La nazionale di calcio come foglia di fico a un Pallone opaco, sputtanato dalla Iene e da Report, con arbitri che si rifiutano di rispondere ai cronisti, fuggono, parlate col mio avvocato, il campionato sminuzzato, il ballo dei milioni fra le emittenti a pagamento, i contratti milionari anche dopo la pandemia e la crisi economica mondiale, i procuratori e i procurati, gli avversari che si scansano, i giocatori immaturi a trent’anni.

E noi, a Napoli, sospesi nel limbo del silenzio-stampa di De Laurentiis, neanche scaldati dall’arrivo di Spalletti, sollecitati eroticamente dall’obiettivo Toma Basic (Basic Instinct?), centrocampista croato di 1,89 in servizio al Bordeaux, disorientati musicalmente dalla trattativa con Reinildo Mandava (fatti Mandava dalla mamma a prendere il latte), difensore mozambicano del Lilla. e Koulibaly resta o non resta, e Insigne firma o non firma, i soliti trastulli estivi, inganni e illusioni, tanto per ingannare il tempo ed essere ingannati da un calcio decisamente ingannevole.

Andiamo a tifare Italia. Ma sotto le divise Armani non c’è niente.

ilnapolista © riproduzione riservata