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Henman e la semifinale a Wimbledon persa con Ivanisevic: «È la domanda fissa dei tassisti»

L’ex campione racconta al Telegraph quel match. “Gli altri hanno sofferto molto più di me il fatto che io non abbia mai vinto Wimbledon”

Henman e la semifinale a Wimbledon persa con Ivanisevic: «È la domanda fissa dei tassisti»

Tim Henman doveva vincere Wimbledon. Anche ora che sappiamo tutti come è finita – no, non l’ha mai vinto – Henman si ritrova regolarmente risucchiato indietro di 20 anni. “Ieri ero a Londra per un meeting. Sono salito su due taxi neri, uno all’andata e uno al ritorno, ed entrambi i tassisti mi hanno parlato della partita con Ivanisevic. Mi chiedono sempre tutti di quella partita”. Perché anche e soprattutto il 7 luglio 2001 Tim Henman doveva vincere: doveva battere Goran Ivanisevic in semifinale, e volare verso la gloria patria.

Henman era l’inglese che doveva farcela sul prato di casa. Inglese nel rispetto di tutti i cliché di forma e sostanza – sobrio, imperturbabile, bravo ragazzo – con quel suo serve and volley che sull’erba d’allora dominava. Ce l’avrebbe fatta, qualche anno dopo, uno scozzese, Andy Murray. E quindi non conta.

L’Inghilterra è ancora un posto così: i tassisti conoscono a memoria le partite di tennis di 20 anni prima. E lui, anche lui, è ancora uno così, che non risponde male, che non rosica, che s’è goduto la carriera che ha fatto e se la godeva anche allora. Ed è per questo che, magari, alla fine non ha vinto. Nato e cresciuto su quei prati: la sua bisnonna Ellen Stanwell-Brown era stata la prima donna a servire a Wimbledon, mentre i suoi nonni giocavano il doppio misto negli anni ’50. Dalla prima volta che ha visitato l’All England Club, come un bambino di sei anni paralizzato da Bjorn Borg, sapeva di avere un obiettivo a cui mirare: “Vincere Wimbledon”.

“Penso di essere stato abbastanza bravo da poter vincere Wimbledon, ma c’erano altri migliori di me, in generale o quel giorno particolare. Questa è la realtà. E quando vai un po’ più a fondo, il successo consiste nel massimizzare il tuo potenziale. Ho fatto un buon lavoro nel godermelo enormemente. I miei figli potrebbero vedere qualcosa su YouTube che trasmetta com’era l’atmosfera quando ero al terzo incontro sul Centrale: era fuori scala quanto fosse bello…”

“L’annuale inseguimento di Henman al Gentleman’s Singles Trophy ha attanagliato la nazione, un argomento essenziale come This Life o le Spice Girls, scrive il Telegraph che ripercorre con Henman semifinale con Ivanisevic, numero 125 al mondo entrato in tabellone con una wild card, e alla fine trionfatore. Ricorda gli spezzoni di partita, le interruzioni. Il terzo set vinto 6-0 in 14 minuti (“gli feci un sacco di pallonetti e ho perso solo sei punti in quel set. È stato il set più veloce di tutta la mia carriera”).

Aveva battuto un giovanissimo Federer prima. Ma Henman è così umile da rivoltare la frittata:

“Quando tutti dicono ‘Oh, sei stato così sfortunato contro Goran, hanno ricordi selettivi. Se non avesse fatto notte, avrei perso con Todd Martin il secondo lunedì. Mi salvò la pausa”.

Oggi dice:

“Vado avanti con le cose. Gli altri hanno sofferto molto più di me il fatto che io non abbia mai vinto Wimbledon”.

 

 

 

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