Su La Stampa. Il portoghese si è divorato anche un gol a porta vuota, poi è scattato il fattore Orban e CR7 ha superato Platini

Su La Stampa, Gigi Garanzini fa il punto su Euro 2020.
“La Francia intanto ha confermato il suo rango di favorita. E se ha badato al sodo è perché di fronte c’era la Germania, che non è più quella ma basta pur sempre la parola”.
Le due squadre si sono rispettate.
“Pur se lastricato di buone intenzioni, il match si è messo subito sul piano del controllo reciproco, per il rispetto dovuto all’avversario. E tutti, artisti compresi, erano più ispirati nel recupero del pallone che non poi nel giocarlo”.
Ma gli spunti più curiosi della giornata, scrive, sono arrivati da Ungheria-Portogallo.
“A cominciare dalla riscoperta del fattore campo, perché è stato anche grazie ai sessantamila della Puskas Arena se gli ungheresi sono arrivati a un soffio dal traguardo. Se fino a lì il Portogallo era sembrato ancor meno brillante della Spagna, se Ronaldo oltre a divorarsi un gol a porta vuota era sembrato uno qualunque. Ma poi è scattato il fattore Orban, nel senso del centrale difensivo non del premier: un autogol e un rigore evitabile nel giro di un amen che hanno lanciato in orbita prima il Portogallo e poi Ronaldo, da ieri sera super-cannoniere della storia degli Europei due gradini sopra Platini. Così è il calcio. Sino al minuto 84 Ronaldo tra i peggiori in campo e Orban tra i migliori. Poi il primo sui consueti altari, l’altro nella polvere: con l’aggravante dell’omonimia”.