De Laurentiis: «La dietrologia può portare ad avere cattivi pensieri, ma io non ne faccio»

Su Napoli-Verona. «Nell'intervallo sono andato nello spogliatoio a suonare la grancassa. Con il virus è stato un calcio in cui si sono sentite soprattutto le voci degli allenatori»

martha de laurentiis

La diretta della conferenza stampa del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Il presidente è accompagnato dal figlio Edo De Laurentiis.

L’addetto alla comunicazione Nicola Lombardo ha introdotto la conferenza spiegando il motivo per cui il presidente ha deciso di parlare con la stampa.

In avvio un attacco alle istituzioni del calcio che, nonostante il periodo di pandemia hanno preferito mettere davanti a tutto la necessità di svolgere alcune gare come ad esempio l’Europeo.

«Vorrei chiedere al presidente Draghi: considerando che 30 milioni di italiani trovano nel calcio una valvola di sfogo e di questi una grande percentuale sono uomini che lavorano per il Paese, perché caro Draghi tu ti disinteressi completamente al mondo del calcio che è una valvola di sfogo? Perché tu che hai una grande rispettabilità e credibilità in Europa non convinci i tuoi colleghi di resettare le partenze dei campionati posticipandone l’inizio ad una data che sia foriera di serenità e tranquillità sul piano vaccinale? Perché in Europa non è nata una obbligatorietà ai vaccini e io sento tanta gente che dice “io non mi vaccino”.

Perché non si è cercato di venire incontro al mondo del calcio? Tutte le società sono in rosso a causa della pandemia e bisogna trovare una soluzione perché se il calcio offre ai lavoratori una valvola di sfogo, non è possibile lasciare poi le società abbandonate a se stesse. Caro Draghi ti prego, ti scongiuro, c’è tanto da fare»

Cosa ha da rimproverare in quest’anno?

«Rimproverare a qualcuno è sempre la strada più corta e la meno efficace perché una volta che rompi qualcosa i cocci si vedono sempre. È stato un anno e mezzo improprio perché con il covid e senza il pubblico le partite sembrano giocate in un acquario dove l’impetuosa presenza delle voci degli allenatori sembrano stordire

Rimproverarmi qualcosa no perché è stato un campionato falsato, poi la dietrologia può portare ad avere cattivi pensieri, ma io non ne faccio»

Cosa è accaduto secondo lei nella sera di Napoli-Verona?

«Nell’ultima partita io sono andata negli spogliatoio e mi ha fatto molto piacere vedere il gol segnato che mi ha quasi rilassato, non mi ha fatto altrettanto piacere nei successivi minuti vedere il pareggio. Quindi, sai, arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso sul piano della tensione nervosa. Perché giochi sul filo di lana la posizione da terzo a quinto posto. Dove anche il risultato degli altri conta. Dove tu in qualche modo già sei stato bastonato varie volte durante l’anno, in partite dove forse meritavi qualcosa in più. A livello di resa, non di quello che hanno concesso. Poi c’è l’episodio del Cagliari, che già ci aveva creato patemi d’animo. Non ho nulla da recriminare, è stato un anno e mezzo di campionato molto falsato».

Cosa pensa della SuperLega? Florentino Perez la contattò per partecipare?

«Florentino Perez non mi ha mai contattato, io non sono mai stato a favore della Superlega perché ne faccio una questione economica, ma non è che facendo un super torneo a 12 dove inviti tu gli altri, hai risolto i problemi dell’economia del calcio. I problemi dell’economia del calcio li risolvi se prendi coscienza che Champions ed Europe League non servono a nessuno. Florentino Perez ha avuto il merito non di inventare la SuperLega ma di inventare la grandissima cretinata della Superlega, ma il merito di dire perché voleva crearla. Perché il torneo di Champions e di Europa League non servono ai nostri bilanci. Perché i nostri investimenti sono tali che non possiamo andare avanti con questi fatturati per fare un assist istituzionale a chi crede di governare il calcio invece che svolgere un’operazione straordinaria di segretariato.

Allora devi dire i 5 Paesi più importanti sono quelli che fatturano di più e che possono permettersi calciatori più costosi, questi meriterebbero un campionato europeo a se stante. Chi accede? Ogni anno, ecco dove sbaglia Florentino, accedono i primi 6 delle cinque nazioni. Fa 30 squadre. Con 29 partite secche. La prima in casa, la seconda fuori casa e via dicendo. Sono meno le partite delle 29, perché tu da ogni Nazione elimini le squadre che appartengono alla stessa Nazione. In questo modo, tra sponsor, stadi e piattaforme, porti a casa dieci miliardi. Non i 3 miliardi di Florentino Perez. Gli altri 25 stati d’Europa, chi arriva primo, fa una competizione a 25. Il primo della competizione a 25 e il primo della competizione dei 5 migliori Paesi, si sfidano in una finalissima»

 

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