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La figlia di Bearzot: «Una volta presi sette in matematica, si infuriò perché stavo sprecando il mio talento»

Al Corriere della Sera: «Quando ero piccola mi raccontava le storie dei miti greci e romani, mi citava Orazio. Avrebbe voluto diventare medico ma al provino con l’Inter fu troppo bravo»

La figlia di Bearzot: «Una volta presi sette in matematica, si infuriò perché stavo sprecando il mio talento»

Il Corriere della Sera intervista Cinzia Bearzot, figlia del grande Enzo. E’ tra le più importanti studiose di cultura classica in Italia. E’ professoressa ordinaria di Storia greca all’Università Cattolica di Milano. Racconta che ad avvicinarla alla cultura classica fu il padre.

«Quando ero piccola mi raccontava le storie dei miti greci e romani, mi citava Orazio. Prediligeva questo poeta. Sa perché? Perché mio padre ammirava la peculiarità tutta oraziana di saper vivere con poco, l’assenza di cupidigia e avidità che ha segnato la vita del poeta. Papà aveva una vera vocazione al racconto. Ecco perché mi faceva entrare nel mondo antico attraverso storie semplici, come le vite dei poeti. E per me è stato facile, dopo, fare Lettere classiche».

Il padre, dice, era molto severo.

«Una volta riportai un sette in matematica: venne giù la casa. Non tanto per il voto in sé, che non era poi così male, ma perché lui era convinto che io valevo molto di più e che, dunque, stavo sprecando il mio talento».

Descrive Bearzot come «un uomo colto ma soprattutto curioso». Avrebbe voluto fare il medico

«Poi però fece un provino all’Inter e, be’, fu troppo bravo, ecco».

Si preoccupava del futuro della figlia, soprattutto dell’ipotesi che qualcosa potesse sviarla dalla sua strada, come era successo a lui con il calcio.

«Temeva che qualche improvvisa passione potesse farmi deragliare dalla mia strada. Temeva l’abbaglio, la seduzione del qualcosa d’altro. Quello che per lui era stato il calcio. Quando me lo raccontò fece questa osservazione che non dimenticherò mai: “Vedi — mi disse — a me è andata bene ma avrei potuto rimanere un calciatore di serie C”. Aveva capito che dalle grandi passioni si rischia di rimanere scottati. Questa è stata una delle due grandi lezioni che mi ha trasmesso».

 

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