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Il pagellone del Napoli: Insigne il migliore, Maksimovic il peggiore

Sugli altri gradini del podio Osimhen, Zielinski e Lozano. Molto bene anche Di Lorenzo. Maksimovic e Lobotka i peggiori

Il pagellone del Napoli: Insigne il migliore, Maksimovic il peggiore
foto Hermann

MERET 6

Ha vissuto gare da assoluto protagonista, altre invece caratterizzate da situazioni in cui ha sempre dato l’impressione di poter fare meglio. A questo si aggiunge la costante insicurezza nel giocare il pallone con i piedi, che talvolta non gli ha permesso di fare la scelta migliore in disimpegno.

OSPINA 6

Sicuramente più affidabile sul piano tecnico nel tocco di palla, il colombiano non ha vissuto molti acuti. Determinante in più occasioni è stato il senso della posizione, più che la parata in sé. E in quest’ultimo caso ogni tanto è mancato.

DI LORENZO 7

Impressionante la continuità di rendimento e di tenuta che ha mostrato per tutto l’arco della stagione. Si è rivelato inamovibile sia per il livello alto delle prestazioni sia per la mancanza di alternative concrete nel suo ruolo.

HYSAJ 5,5

La premessa doverosa è che stato schierato quasi sempre sulla fascia opposta rispetto a quella di competenza. Si è saputo distinguere anche fuori posizione, ma ha responsabilità sui pareggi interni che hanno causato l’esclusione del Napoli dalle prime quattro posizioni contro Cagliari e Verona.

MANOLAS 5,5

Le aspettative sul greco sono sempre state molto alte, come si addice ad uno dei centrali titolari. Ma si è reso protagonista di troppe amnesie posizionali e interventi approssimativi. Rischi che il Napoli non può permettersi se arrivano da un giocatore così.

RRAHMANI 6,5

I problemi fisici e le presunte difficoltà di adattamento l’avevano reso un oggetto sconosciuto, l’inizio shock con quel retropassaggio a Udine stava per fare il resto. Poi è uscito dalle criticità e ha saputo garantire stabilità in difesa quando è stato impiegato. Pronto alla promozione da titolare se dovesse cambiare qualcosa.

KOULIBALY 6

Si poteva essere più severi, soltanto perché in un passato nemmeno troppo lontano abbiamo potuto ammirare un giocatore invalicabile. Quegli standard sono molto distanti, ma non sarebbe giusto ragionare soltanto in modo comparativo: qualche lampo del vecchio Kalidou s’è visto lo stesso e con lui il Napoli subisce meno gol.

MAKSIMOVIC 5 (il peggiore)

L’involuzione che ha subito è stata preoccupante. Spesso è sembrato fuori dalla partita: errori nel valutare un rimbalzo, nel controllare un pallone, nel seguire un movimento. La radice dei problemi è parsa ben più profonda della mancanza sul piano tecnico.

MARIO RUI 5,5

Il suo dovere l’ha quasi sempre svolto in modo sufficiente, mostrando però le solite carenze: sul piano atletico, specialmente contro gli avversari più temibili, e anche su quello tecnico, nelle poche situazioni in cui ha attaccato con convinzione sulla fascia sinistra. È finito ai margini nel finale di stagione.

GHOULAM 6

Quel poco che s’è potuto vedere, prima che il ginocchio cedesse di nuovo, era promettente: spinta, traversoni, presenza in entrambe le fasi di gioco. Piccoli sprazzi di ciò che era prima dell’incubo degli infortuni.

FABIAN RUIZ 7

Ci ha messo qualche partita prima di rodarsi nel centrocampo a due con i relativi compiti di impostazione. Ma quando ha preso le misure è stato un bel vedere. I numeri dicono che non è stato particolarmente incisivo, ma il calcio non è solo cifre e lui ne è la prova.

DEMME 6,5

Il tuttofare che in una squadra serve sempre. Le sue qualità di inserimento e l’intelligenza tattica spesso sono state messe in secondo piano rispetto alla capacità di assicurare equilibrio alla squadra. Anche se, come l’anno scorso, non è stato sempre continuo.

BAKAYOKO 5,5

Francamente ci si aspettava di più. Gattuso ha spinto tantissimo per averlo, ma ha sempre fatto fatica ad esprimersi al massimo. Slegato, non domina fisicamente e non aumenta i giri del gioco. Per questo poi non trova d’accordo la scelta di puntare su di lui nelle gare decisive di questo finale di stagione.

LOBOTKA 5

Non è mai partito titolare in campionato, quando è successo nelle coppe è stato sempre sostituito. È parso decisamente in ritardo, negli ultimi tre mesi ha sommato 3’ di gioco. Praticamente impalpabile.

ELMAS 5,5

Entra sempre con la voglia di spaccare il mondo, ma è ancora un giocatore indefinito, nel ruolo e nella funzione tattica. E al secondo anno non può essere solo dovuto a ciò che non hanno visto due allenatori diversi.

ZIELINSKI 7,5

Le sue qualità non sono mai state in discussione, a differenza della capacità di saperle convertire in qualcosa di concreto. Il problema però è stato risolto: l’avanzamento della posizione gli ha giovato ed è una delle basi da cui ripartire.

INSIGNE 8 (il migliore)

Segna come una prima punta, fa girare il gioco come un regista, serve i compagni come un trequartista. Ovviamente ha vissuto anche lui l’offuscamento, che appare sempre più evidente rispetto ai suoi compagni di squadra, ma sono stati davvero pochi. In un’annata dove l’attacco è stato falcidiato dagli infortuni, è stato la soluzione di tanti problemi.

POLITANO 7+

È il sesto uomo del Napoli, prendendo in prestito un’espressione dal basket. Il primo delle riserve, ha saputo incidere da subentrato e da titolare, segnando come nelle sue stagioni migliori. Al punto da diventare un rimpianto per la sua panchina nell’ultima col Verona e da guadagnarsi le attenzioni della Nazionale.

LOZANO 7,5

La differenza tra lui e Politano, nel voto generale, sta nel numero dei gol. Il messicano ne ha segnati di più e ha mostrato momenti di ineluttabile talento nell’uno contro uno. Senza lo stop per l’infortunio avrebbe fatto registrare sicuramente statistiche migliori.

MERTENS 6,5

Decisamente la versione sbiadita di sé. In alcune partite sembrava non riuscire nemmeno a correre. Eppure, nonostante i cambi di ruolo e i problemi fisici, chiude con 10 gol e 9 assist, rendendosi disponibile a ricoprire più posizioni all’occorrenza.

OSIMHEN 7,5

Il più grande “se” della stagione del Napoli. La superiorità atletica messa in campo nell’ultima parte del campionato fa davvero ben sperare per il prossimo anno. Anche perché, al netto dell’estetica, ha dimostrato anche di saper fare gol.

PETAGNA 6

Finché gli infortuni altrui gliel’hanno permesso, ha giovato della continuità segnando reti anche importanti per indirizzare le partite. Ma di certo non è il calciatore che entrando dalla panchina cambia l’inerzia della gara.

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