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Il Napoli illusionista di Gattuso non ha funzionato come l’Inter dell’illusionista Herrera

Una modesta realtà da quinto-sesto posto ha tentato di farsi epica grazie a una rincorsa di grandi e tardive prestazioni. Ma la remuntada è fallita

Il Napoli illusionista di Gattuso non ha funzionato come l’Inter dell’illusionista Herrera

Quello di Gattuso è stato un Napoli illusionista. Ha fatto vedere cose che non c’erano (vittorie, gioco e punti) e nascoste defaillance visibili a occhio nudo, ergo quinto e settimo posto, fuori dalla Champions, Europa League affrontata senza intendere e volere, Coppa Italia nemmeno a pensarla, scudetto ovviamente col cannocchiale.

In parole povere, affascinati, nel bene e nel male, dalla squadra sottoproletaria di Gattuso. Come si spiega che più i risultati sono stati scarsi, più il popolo dei tifosi si è scoperto gattusiano? Ovvero in preda a una specie di sindrome di Stoccolma. Ricordiamo un altro Mago, Helenio Herrera, capace d’interpretare il ruolo di Illusionista del calcio. Vinse tutto, però, mischiando contropiede e interismo popolare. Il Ringhio ipermediatico, invece, che ha lavorato fino a pochi giorni fa in Casa Napoli, è stato tutt’altro. Una modesta realtà da quinto-sesto posto che ha tentato di farsi epica grazie a una rincorsa di grandi e tardive prestazioni. Maldestri interventi arbitrali e lo strambo non-gioco della giornata finale, facce cupe e mille possibili spiegazioni, hanno messo la parola fine al tormento.

Vogliamo bene al Gattuso uscente e non si può nascondere che l’ultima parte del campionato sia stata una spettacolare remuntada. La squadra ha lavorato per lui. Si dice pure che sia stata caldeggiata dai calciatori la sua riconferma. Ma questo è un terreno delicato. Non si sa mai dove comincia e finisce il racconto di uno spogliatoio.

Alla prova Aurelio senza Rino, senza Champions, senza tesoretti

È, comunque, l’ora di Spalletti e di Aurelio senza Rino, senza Champions e senza tesoretti. Dall’oscura vicenda di Ancelotti sono passati due anni di turbamenti e sconfitte a un passo dei traguardi. Nel gioco dell’Oca degli allenatori (quasi tutti in libera uscita) Spalletti promette scintille e linguaggi non convenzionali. Si dice delle competenze, è certa l’esperienza in partita, ha un tratto aziendalista, per questo con Aurelio sarà amicizia o il suo contrario, sicuramente è un toscano, sfide  alla “C” aspirata.

Curioso che Spalletti sia stato l’anti-capitano per eccellenza. Contro Totti, contro Icardi, basta così? I tifosi di Insigne se lo augurano.

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