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Ranieri: «Infastidito da voci su altri allenatori alla Samp? No, siamo professionisti»

A Sky: «È successo a Gattuso, a Pirlo, ora a me, è il calcio. A Gattuso ho fatto i complimenti. Forse c’era un fallo sul secondo gol del Napoli»

Ranieri: «Infastidito da voci su altri allenatori alla Samp? No, siamo professionisti»

Dopo la sconfitta in casa contro il Napoli, ai microfoni di Sky Sport ha parlato l’allenatore della Sampdoria, Claudio Ranieri.

Qualche recriminazione sul gol annullato?

«Innanzitutto sul primo gol non è stato Thorsby a mettere giù Koulibaly ma è stato fallo di Keita sul portiere. Il secondo gol è stato fatto davanti alla mia panchina, se un giocatore va a saltare di testa e l’avversario si disinteressa della palla e ti dà un’ancata e ti sposta io fischierei il fallo, ma non sono arbitro e devo stare zitto».

Sulla partita:

«La squadra ha giocato e ha dato filo da torcere nei primi 20 minuti, poi quando abbiamo tirato il fiato il Napoli ha preso possesso, in un altro paio di occasioni poteva condannarci anche più severamente nel primo tempo, ma non si può pressare per 90 minuti. La gara è stata bella, combattuta e difficile, sapevamo il valore del Napoli come giocatori e di Gattuso come allenatore, complimenti perché hanno giocato bene. Io vedo sempre la mia squadra lottare per vincere».

Che ha detto a Gattuso a fine partita?

«Gli ho detto un sacco di cose. Gli ho fatto i complimenti per come ha giocato la sua squadra. Mi piaceva anche al Milan. Le squadre di Gattuso non sono solo grinta, c’è anche quella, ma la squadra gioca bene, sa come disimpegnarsi, ama la costruzione da dietro, a volte va bene altre male, ma io gli ho fatto i miei complimenti sinceri».

Come un papà?

«Come un allenatore che stima un altro allenatore».

Resterà anche l’anno prossimo? Le hanno dato fastidio le voce sugli altri allenatori

«Vediamo. Sono state scritte tante cose, io l’ho detto: voglio arrivare a 52. Il presidente se mi vuole parlare prima sono a disposizione, non ho né fretta né sono sulla graticola, sono di una serenità enorme. Da quando è nato il calcio c’è sempre che ogni tanto esce fuori qualcosa del genere, una volta è Gattuso, una volta Pirlo. Fa parte del nostro lavoro. Siamo sempre tutti messi a giro in queste cose. I giocatori ormai lo sanno, dobbiamo conviverci, veniamo pagati, io ho ancora dentro il bambino che vuole divertirsi, perciò non ho nessuna ansia. Se c’è qualcuno che vuole farmi divertire io sono pronto».

 

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