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La Stampa di Elkann piazza Tardelli e Christillin contro la Superlega e la Juventus di Agnelli

Il leit-motiv è: «L’Avvocato non lo avrebbe mai fatto. Si sarebbe sentito come quando Moggi vendette Vieri». I messaggi di Macron lungo l’asse Stellantis

Sentire parlare Agnelli di monopolio e ritrovarselo intervistato dal giornale di proprietà (Repubblica), come del resto Cairo dal Corsera (ne è proprietario), fa sorridere. Siamo lontani anni luce da un sistema concorrenziale, ma questa concentrazione abnorme consente anche una rapida lettura delle posizioni politiche. Ai lettori del Napolista abbiamo spiegato il ruolo di Francia e Germania nel fallimento della Superlega e anche dei messaggi fatti pervenire a John Elkann lungo la funicolare Stellantis. Il quotidiano torinese, storicamente di famiglia, di proprietà di John Elkann oggi lo conferma.

La Stampa è decisamente schierata contro la Superlega. Ergo Elkann è contrario, del resto non è la prima volta che i cugini sono posizioni opposte. La Stampa di Elkann – diretta da Massimo Giannini – piazza in prima pagina Marco Tardelli che attacca la Juventus, con un bel titolo «Ma l’avvocato direbbe no» e all’interno la forte contrarietà, diciamo anche l’amarezza, della da sempre juventina Christillin, storica amica della famiglia Agnelli, oggi membro dell’esecutivo Fifa in quota Uefa. Un’operazione politica sin troppo chiara.

In prima pagina, mentre Agnelli su Repubblica e il Corsport dice che quel che teme di più è il populismo, Marco Tardelli scrive:

Io sono contento, anzi rinfrancato. Perché la reazione che ha provocato in tutto il mondo questa folle idea di un privèe del calcio per soli vip, innanzitutto nei tifosi delle squadre coinvolte, dà a quei ricchi e potenti signori del pallone una grande lezione e a noi poveri sportivi un bel segnale di speranza. L’unica vera amarezza per me è che una delle promotrici di questa Superlega sia la mia Juventus, non più dell’Avvocato Agnelli e di Boniperti. Ma sempre quella Juve che ancora conservo scolpita nella testa e soprattutto nel cuore.

“L’Avvocato non lo avrebbe mai fatto” è il leit-motiv de La Stampa. Il pezzo forte è l’intervista a Christillin che di fatto può essere considerata una Agnelli acquisita. Risponde con un secco no alla domanda: ha parlato con Andrea Agnelli in questi giorni?

Le chiedono: cosa avrebbe detto l’Avvocato?

«Mi ricorda una storia che va indietro nel tempo, quando la società voleva vendere Vieri e l’Avvocato ha detto “È come Brigitte Nielsen, fuori mercato” e in una notte lo hanno ceduto. C’era la triade allora. Si sarebbe sentito più o meno così».

Racconta che mai si sarebbe aspettata questo tentativo di scissione.

«Proprio no. Il nuovo corso della Champions è stato discusso per mesi, rivisto più volte e si è atteso fino all’ultimo l’accordo di tutte le parti. Non c’erano avvisaglie per un voltafaccia così».

Che effetto le ha fatto vedere la sua Juve tra le 12 ribelli?

«Mi è spiaciuto. Ho vissuto tutta la vita legata a questa squadra e oro scopro che vorrebbe diventare un’altra creatura. Per me non è solo tifo, è vita e ricordi: io e mio zio al vecchio Comunale. La Juve è Torino, è la memoria di tanti che come me l’hanno nel cuore e non questa immagine planetaria proiettata dalla Super Lega».

Juventina, frequentatrice di casa Agnelli e carica Uefa. Si è sentita a disagio?

«Per cosa, per essere juventina? In questa storia non ho dubbi, l’idea della Super Lega, così come si è presentata, non mi piace, travalica qualsiasi ordinamento sportivo nazionale e internazionale e “il modo ancor m’offende” come dice Dante. Più del cosa è il come che mi ha lasciato senza parole».

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