Il Guardian: «Ora è il momento della vendetta, una squalifica di 2 anni dalle coppe è il minimo»

"Le scuse non bastano. Questo golpe si è sgretolato, ma il prossimo farà più male. Torneranno, e avranno imparato una o due cose su come si fa"

Glazer Manchester United

“E vennero le scuse, le suppliche impassibili dei dirigenti che chiedevano perdono alle stesse persone che avevano ignorato negli ultimi anni”. Scuse che al Guardian, come al resto dell’opinione pubblica inglese non bastano mica. L’abbiamo già scritto, in Inghilterra la Superlega è diventata un affare di Stato, e ora che è fallita non si fanno prigionieri. La stampa è durissima. Lo scrive il Telegraph, ma ancora meglio Jonathan Liew sul Guardian: “Ora è il tempo della vendetta”.

“«Ci scusiamo per il disagio», ha detto il proprietario del Liverpool, John W Henry, in un video preregistrato, come se tutto questo fosse stato un gigantesco malinteso, come cambiare la password wifi o ordinare accidentalmente una torta sbagliata per il compleanno. In una cultura dipendente dalla droga dell’indignazione pubblica, forse si è tentati di considerare questa contrizione come una punizione sufficiente”. E invece no.

Il calcio ha una notevole capacità di amnesia. C’è sempre una cosa successiva: un’altra storia, un altro scandalo, un altro round di appuntamenti da riprendere. Ma ci sono molte ragioni per cui “tornare alla normalità” semplicemente non può essere sufficiente. Questa idea, questo schema specifico, potrebbe essere morto. Ma il cartello sopravvive, così come le circostanze che lo hanno creato. Torneranno. Forse non in questa stagione, o quest’anno, ma un giorno lo faranno. E quando lo faranno avranno imparato una o due cose. Avranno imparato che se hai intenzione di annunciare un golpe di 15 club, potrebbe essere utile avere quei 15 club già tutti pronti. Avranno imparato l’importanza di una strategia di pubbliche relazioni, o anche solo di un flusso costante di distrazione e disinformazione per dividere i loro avversari. Avranno imparato che potrebbe non essere la mossa migliore mandare in televisione il 74enne presidente del Real Madrid Florentino Pérez a parlare a lungo dei desideri dei giovani. Questo golpe potrebbe essersi sgretolato. Il prossimo non sarà una cosa da ridere”.

Quindi per il Guardia ora è il momento di agire, “quando i grandi club sono più deboli e penitenti”. Possiamo cavillare su quale possa essere una sanzione appropriata ma una cosa è certa: la sporca dozzina del calcio europeo non deve semplicemente essere autorizzata a scivolare di nuovo nella sua routina nazionale o riprendere il loro posto ai vertici dell’Uefa. Ora è il momento di essere vendicativi. Deduzioni di punti, sospensioni, espulsioni, multe da far venire l’acquolina in bocca, embarghi sui trasferimenti: niente va escluso in questa fase. Una squalifica di due anni dalle competizioni europee per tutti i 12 club sarebbe un buon inizio”.

E ancora:

“Nel medio termine l’Uefa dovrebbe cercare di invertire le sue sconsiderate riforme della Champions League, guidate in gran parte dalla minaccia di una fuga di grandi club. Ora che la minaccia è estinta, semplicemente non c’è motivo di ampliare la fase a gironi a 36 squadre con partite extra per l’élite del continente. Lasciarla così significherebbe premiare i club separatisti per la loro sedizione”.

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