ilNapolista

Caro De Laurentiis, capiamo che deve tenere il carro per la scesa ma basta “a testa alta”

Il tweet post-sconfitta è diplomatico, ma ci riporta indietro di 15 anni. Abbiamo perso con la Juve più scarsa dell’ultimo decennio, non 3-1 al Bernabeu

Caro De Laurentiis, capiamo che deve tenere il carro per la scesa ma basta “a testa alta”

In napoletano si dice “tenere il carro per la scesa”, modo di dire facilmente comprensibile perché è possibile figurarselo. Fa riferimento a un atteggiamento diplomatico, alla bravura nel non lasciare che le cose precipitino. Proprio come si fa quando ci si trova nella condizione di dover guidare un carro in discesa.

È evidente il senso del tweet serale di Aurelio De Laurentiis dopo la sconfitta a Torino con la Juventus per 2-1. De Laurentiis ha scritto “Bravi ragazzi. Ne siamo usciti a testa alta e soprattutto mi sono divertito fino alla fine… bravi tutti!”

Innanzitutto complimenti per la sportività, oppure beato lui visto che si è divertito fino alla fine (noi non ci siamo affatto divertiti). Ovviamente comprendiamo perfettamente il senso politico del tweet. De Laurentiis si trova in una condizione complicata. Incomprensibilmente  complicata visto che parliamo di professionismo e di atleti e allenatori profumatamente pagati. Ma sembrano prevalere le logiche da telenovela di quart’ordine e sembra che sia complesso mantenere alta la concentrazione quando si sa che sulla panchina siede un allenatore che la prossima stagione non ci sarà. Soltanto in Italia possono esserci simili situazioni. Altrove è la normalità. In Germania è capitato a calciatori del Dortmund concludere la stagione giocando al meglio pur sapendo che il prossimo anno avrebbero giocato con l’odiata maglia del Bayern.

Da noi, invece, il professionismo deve essere ridotto a questione di pianerottolo, con gli allenatori che si offendono. Sembra un film dei Monty Python E quindi De Laurentiis deve tenere alto il morale delle truppe. Però, presidente, quell’“a testa alta” stona. Perché è proprio quell’“a testa alta” l’asticella da superare, anzi il muro da abbattere. E da non erigere mai più. E francamente si tratta di un muro che avremmo dovuto abbattere da un bel po’ visto che siamo stati tra i primi quindici club d’Europa, che siamo diventati un club importante e autorevole.

Non vorremmo qui fare i difensori di Sarri – ruolo che non ci si addice e da cui siamo molto distanti – ma se siamo usciti a testa alta dalla sconfitta contro una Juventus tremebonda e a tratti imbarazzante, anni fa al Santiago Bernabeu uscimmo a testa alta, a petto in fuori e con le medaglie. Siamo stati d’accordo con lei, Napoli doveva togliersi di dosso l’amore per la sconfitta onorevole. Non avremmo mai più voluto ascoltare frasi del tipo “abbiamo costretto il real Madrid a buttare la palla in fallo laterale”. Perché buttare la palla in fallo laterale fa parte del gioco. Noi avremmo voluto batterlo il Real Madrid, come abbiamo battuto il Liverpool per due anni consecutivi. Ma se tutto questo percorso deve portarci a uscire a testa alta dallo Stadium contro la Juventus più scarsa dell’ultimo decennio, allora non ci siamo. Anche se comprendiamo che lei sta cercando di salvare capre e cavoli.

ilnapolista © riproduzione riservata