Valentino Rossi: «Con il Covid per la prima volta mi sono sentito un appestato»
A Repubblica: «Credo di aver capito cosa sia la solitudine: non mi era mai successo. Il mio obiettivo è correre ancora due anni. Vorrei un bambino»
A Repubblica: «Credo di aver capito cosa sia la solitudine: non mi era mai successo. Il mio obiettivo è correre ancora due anni. Vorrei un bambino»
Su Repubblica un’intervista a Valentino Rossi. Racconta la sua esperienza con il Covid, cosa gli ha lasciato.
«Io l’ho fatto, il Covid: è stata dura, per la prima volta in vita mia sentirmi come un appestato».
E racconta come è iniziata.
«La domenica di Le Mans torno qui e vado a mangiare una pizza. Incontro questo ragazzo di Milano, ci conosciamo da tanto. È felice, mi racconta, “perché in città è un inferno ma mi sono appena arrivati i risultati del tampone: negativo”. Non so neanche se l’ho abbracciato o gli ho solo dato la mano. Però 2 giorni dopo mi telefona, ha un po’ di febbre: ahia, penso. Altri 2 giorni e mi sveglio con un mal di schiena bestiale e la temperatura alta. Alè, è andata».
Un’esperienza dura.
«È stata dura perché ero isolato da tutto. Io, che da quando sono nato è sempre una festa, perché chiunque incontro mi sorride e mi sembra di portare allegria: mi sono sentito un appestato. Un diverso. Credo di aver capito cosa sia la solitudine: non mi era mai successa una cosa del genere».
Racconta che il suo obiettivo è correre ancora due anni.
«Ufficialmente per un anno, però il mio obiettivo è correrne ancora due. Dipenderà da come vanno le cose nel 2021: se mi diverto, lotto per vincere o per il podio, se resto tra i migliori 5, allora continuo. Altrimenti, faticare così tanto non varrebbe più la pena».
E confessa che il suo desiderio sarebbe quello di avere un bambino.
«Vorrei un bambino. È un po’ che ci penso, credo di avere trovato la ragazza giusta. Uno o due figli: si può fare. Anche perché dopo passano gli anni e ti annoi, così invece ne vale la pena».