Resta da capire se la caratteristica gestione del tecnico, basata sulla creazione di conflitti funzionali, servirà a risollevarsi

La disfatta in Europa League del Tottenham ha reso nuovamente attuale il dibattito sull’attuale efficacia di José Mourinho come allenatore. The Athletic ha analizzato se e come il suo sistema di gestione della squadra potrà produrre i risultati sperati in vista del finale di stagione in cui gli Spurs hanno un piazzamento in Premier League e una finale di Carabao Cup da conquistare.
Di certo, spiega il portale, il Tottenham non potrà essere come il Manchester United 2016/17, che vinse la Coppa di Lega e l’Europa League, facendo dimenticare a tutti che quella squadra così costosa arrivò sesta. Ma c’è ancora molto da raggiungere e forse il metodo Mourinho può avere ancora un impatto considerevole. Una prova è la vittoria solida sull’Aston Villa dopo il tracollo a Zagabria, con l’allenatore che ha lanciato diversi segnali nei giorni precedenti, sia con le dichiarazioni ai media che con le esclusioni di Winks e Doherty.
Si basa tutto sulla “confrontational leadership”, cioè quando sei pronto a provocare i giocatori, per provare a creare qualche conflitto, con l’intenzione di tirare fuori da loro il meglio. Ma i calciatori di oggi hanno pazienza e resilienza per essere provocati così? Questo potrebbe spiegare perché le sue esperienze al Real Madrid, il bis al Chelsea e il Manchester United sono stati segnati da miglioramenti stabili, una forte seconda stagione e una crisi nella terza? Il problema in definitiva è generazionale?
Resta da chiedersi dunque se Mourinho riuscirà a trasmettere lo spirito giusto per vincere la Carabao Cup contro il Manchester City o se riuscirà a qualificarsi in Europa per la prossima stagione.