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Prima col Milan, poi col Napoli: Gattuso è il re della costruzione dal basso in Serie A

Una tesi per il corso di Match Analyst della FIGC ha analizzato i dati delle ultime due stagioni: le squadre di Gattuso sono quelle che utilizzano più di tutte il passaggio corto dal portiere

Prima col Milan, poi col Napoli: Gattuso è il re della costruzione dal basso in Serie A

Stefano Saviotti è un allenatore delle giovanili, ha lavorato per la Juventus e l’Arezzo. Come tesi finale per il corso di Match Analyst della FIGC ha realizzato una ricerca basata su dati Opta sulla ormai famigerata “costruzione da dietro”, che sempre di più è al centro di un dibattito tattico tra chi crede che sia una moda molto pericolosa e chi invece ne difende i vantaggi sul lungo periodo. E’ uno dei pochi lavori disponibili che provano ad analizzare il fenomeno basandosi sui numeri a disposizione. Una cosa un po’ da nerd delle statistiche, di quelle che il Telegraph (e il Napolista) non sopporta.

Tra i vari dati che la tesi mette a disposizione ce n’è uno che riguarda il Napoli: secondo le statistiche Gattuso è il re di questa particolare disciplina. E’ il tecnico che più di tutti la utilizza, prima col Milan e poi col Napoli.

Dai dati che Saviotti riporta si evince che il Napoli della scorsa stagione guida la classifica delle squadre che hanno la più alta percentuale di passaggi completati dal portiere con l’87,90% di passaggi riusciti in media a partita. Nella stagione precedente, in testa c’era sempre Gattuso, con il suo Milan, con una percentuale di 79,40% di passaggi completati.

Nella la ricerca del gioco corto Gattuso era secondo nella stagione 2019/20 con il Milan “nella classifica per squadra con maggior volontà di effettuare passaggi nella propria metà campo con il portiere”, e l’anno dopo primo con il Napoli. Roberto De Zerbi, sempre tra le prime 3 posizioni nelle 2 stagioni con il Sassuolo.

Inoltre nelle ultime due stagioni il Napoli è sempre presente tra le prime squadre che hanno “la più bassa percentuale di palle perse in seguito alla rimessa in gioco del portiere e che ricercano più delle altre una giocata corta. Questo sembra mettere in evidenza che giocando corto vi sia maggior facilità nell’eludere la prima pressione avversaria e nel gestire il possesso della palla”.

E che, aggiungiamo noi, i numeri positivi non sempre si traducono in risultati vincenti: la realtà è spesso diversa dalla statistica.

Saviotti per la sua tesi – lo scrive in premessa – ha analizzato innanzitutto, “il numero di passaggi completati a partita, calciati dall’interno dell’area di rigore difensiva su palla inattiva, quindi rimesse dal fondo e calci di punizione, mettendoli a confronto ed in rapporto al numero totale dei passaggi effettuati”. Poi “la direzione dei passaggi” e “lo sviluppo dell’azione”, cioè “quante sequenze iniziate su palla inattiva all’interno dell’area di rigore difensiva siano terminate con un tiro in porta e un gol”. E infine “il numero di palloni persi da parte della squadra che ha iniziato l’azione dal portiere e quindi l’atteggiamento difensivo avversario in prima pressione a seconda della zona di recupero del pallone”.

Tra le squadre con le percentuali di possesso più alte, l’Atalanta di Gasperini è quarta ma rappresenta un’eccezione alla “moda”, preferendo i rinvii dal fondo ai passaggi ai difensori. Cosa che la accomuna al Verona di Juric, che non ricorre quasi mai ai passaggi corti e ha una media di possesso palla del 47,5 per cento, tra le più basse della Serie A.

Secondo Saviotti il fatto che ormai quasi tutte le squadre ricorrano alla costruzione dal basso non è un caso, ma anzi il risultato – non si sa se voluto o meno – di un cambio di regole stabilito due anni fa dall’IFAB: dal 2019 i portieri possono passare il pallone ai compagni all’interno dell’area di rigore, da rimessa in gioco inattiva. Con gli avversari costretti ad aspettare fuori dall’area fino a quando il portiere non fa il passaggio. Con queste condizioni la scelta di far partire l’azione cercando il passaggio corto invece che il rilancio lungo è quasi fisiologica.

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