“Ha cacciato Allegri e, dopo aver provato un masticatore di sigarette e un vignaiolo urbano, sta per perdere il campionato dopo nove anni”
Jonathan Wilson è uno dei più stimati e importanti editorialisti sportivi d’Inghilterra. Scrive sul Guardian, non proprio l’ultimo dei tabloid britannici. Ed ha scritto le righe che seguono, che anche solo a tradurle fa un certo effetto. Un attacco frontale alla Juve, al suo modo di vedere il calcio futuro.
Wilson critica la premessa metodologica della dirigenza bianconera:
“Dopo essere stata eliminata dal Real Madrid nei quarti di finale di Champions League nel 2018 hanno comprato Cristiano Ronaldo per 100 milioni di euro, pagandolo più dei successivi quattro giocatori più pagati del club messi insieme, anche se aveva 33 anni e anche se la sua immobilità individualistica lo rendeva anacronistico a livello d’élite”.
Scrive il Guardian che se la scelta è tra “la riforma strutturale che avrebbe potuto affrontare i problemi ricorrenti e la firma di grandi nomi, ovviamente, i dirigenti quasi sempre sono favorevoli a quest’ultima. È affascinante, li fa sentire importanti e non richiede alcun vero lavoro o comprensione del calcio. E avrà un impatto a breve termine molto maggiore agli occhi dei social media, rispetto alla revisione del dipartimento di analisi dei dati o al miglioramento dello scouting o di qualsiasi altro aspetto vitale dell’infrastruttura”.
“Allo stesso tempo, si sono sbarazzati dell’allenatore che aveva vinto cinque scudetti di fila e li ha portati a quelle due finali di Champions League e, dopo un flirt con un burbero ideologo masticatore di sigarette, forse la persona più improbabile del calcio mondiale per ispirare il rispetto di Ronaldo, ora sono allenati da un vignaiolo urbano che era un centrocampista. La conseguenza è che, dopo nove anni, la presa della Juve sul titolo di Serie A sembra volgere al termine”.
E di chi è la colpa? Del “genio che ha supervisionato questo crollo, il presidente della Juventus, Andrea Agnelli“. Che guida anche l’European Clubs Association, e che vuole il restyling della Champions League.
“Potrebbe non sorprendere del tutto che preferisca un formato che garantisca un flusso di entrate ai già ricchi, non importa quanto male siano gestiti”.
Il Guardian – non è la prima volta che prende posizione su questo – ce l’ha col format “svizzero” che esordirà nel 2024. Che crea un ammasso di partite utili solo a gonfiare il portafogli.
“Ci saranno 180 partite per eliminare 12 squadre, quattro partite aggiuntive da inserire in un calendario già così teso che la scorsa stagione il Liverpool ha dovuto giocare due partite in due giorni. Una squadra che vince le prime quattro partite è già qualificata e può quindi schierare formazioni più deboli. Il potenziale di collusione è ovvio. Questo non è un formato per incoraggiare l’integrità sportiva; deriva dalla stessa mentalità generatrice di contenuti che brama grandi nomi senza un’idea apparente di come funziona il calcio o cosa lo rende speciale”.