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“Guida romantica a posti perduti” e alle nostre nevrosi

L’opera terza di Giorgia Farina è un road movie su disperazioni a noi troppo vicine. Un viaggio attraverso luoghi perduti

“Guida romantica a posti perduti” e alle nostre nevrosi

Terzo film questo “Guida romantica a posti perduti” per la regista Giorgia Farina con Jasmine Trinca che interpreta una tardo-trentenne, Allegra, che per mestiere fa la blogger di viaggi particolari e che ha il suo toy boy in Michele (Andrea Carpenzano) a cui nasconde la sua vita. Benno (Clive Owen) invece è un maturo giornalista televisivo che ora vive a Roma con sua moglie l’infermiera Brigitte (Irene Jacob) e che è in crisi vitale ed alcolista cronico. I due si incontrano – pur abitando nello stesso palazzo – per un caso fortuito derivante da una sbornia di Benno. Questa circostanza li unisce in un viaggio che li porta attraverso luoghi perduti prima frequentati – la Chiesa allagata di San Vittorino, il Villaggio operaio di Crespi d’Adda, un macabro Parco giochi abbandonato in Francia ed il diruto Chateau de Fere, a Stamford  -:  ora cattedrali nel deserto, fino in Inghilterra. Allegra nasconde un segreto – soffre di crisi di panico -, mentre Benno dovrebbe entrare in una clinica per ripulirsi dall’eccesso di alcool.

Questo road movie non è l’ennesima dimostrazione di come il viaggio possa essere sorprendente o dare la consapevolezza, ma è un odierno viaggio al termine della Notte senz’alba: se non quella di scoprire la propria disperazione negli occhi dell’altra/o. Il film prodotto da Rai Cinema e distribuito dalla Lucky Red – la versione che abbiamo visto era quasi tutta in inglese, con inserzioni in italiano e qualche stralcio in francese –  ha delle ottime scelte musicali di Emanuele de Raymondi, ed i soliti costumi perfetti di Massimo Cantini Parrini. Non ha avuto una grande fortuna, forse proprio perché racconta delle disperazioni troppo vicine a tutti noi che crediamo che in casa si possa fare tutto, che un viaggio possa farci ritrovare e che siano gli altri i colpevoli del nostro star male al mondo.

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