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Giussy Farina: «In una vita nel calcio mi sono innamorato solo di Paolo Rossi»

Al Foglio: «Se il calcio è un’arte, Paolo Rossi era la sua Gioconda e noi lo volevamo a Vicenza. Sono sempre stato un contadino. Ai salotti ho sempre preferito le stalle»

Giussy Farina: «In una vita nel calcio mi sono innamorato solo di Paolo Rossi»

Sul Foglio Sportivo Giorgio Burreddu raccoglie le parole di Giussy Farina, ex presidente del Lanerossi Vicenza e del Milan ed ex proprietario del Padova.

Rivendica il suo legame con la terra, lui, imprenditore agricolo veneto.

«Io sono sempre stato un contadino»

A 18 anni già lavorava nell’azienda di famiglia. Prese la laurea in legge solo perché il padre insisteva. Nella vita non si è fatto mancare niente.

«Quando trovavo una bella cosa la compravo, d’altra parte a quei tempi ne avevo le possibilità».

Aziende, calciatori, donne. Ha avuto quattro mogli. Per il Lanerossi acquistò talenti inimitabili come Angelo Sormani e Luís Vinício, «un formidabile allenatore» e Cinesinho, «un piede storico, segnava su calcio d’angolo».

Parla di come trattava i suoi giocatori «coi guanti di velluto» e di quanto loro ci mettessero l’anima. Come Ezio Vendrame

«un pazzo scatenato, faceva sempre il contrario di quel che dicevo ma era un uomo di cuore».

Dice:

«Ho sempre evitato la noia. Il bello del calcio è che non sai mai come va a finire».

I suoi amuleti erano i calzini di Costantino Rozzi o il sale di Romeo Anconetani

«era un rametto di timo, lo tenevo nel taschino della giacca, ogni tanto lo sfregavo e veniva fuori quel profumo e spesso anche un goal che cambiava la partita».

La svolta fu l’incontro con Paolo Rossi, bomber del Real Vicenza, acquistato nel 1976.

«giravo come un pazzo per provare a rafforzare la formazione, sapevo che quell’anno si poteva fare il colpo».

Gli parlarono di Rossi, lui ricordò di averlo visto in una partita a Como

«Avevo capito che la stoffa c’era e poi mi dissero che era un bravo ragazzo».

Lo comprò per la cifra record di 2 miliardi e 612 milioni. Dice:

«Se il calcio è un’arte, Paolo Rossi era la sua Gioconda e noi lo volevamo a Vicenza».

E ancora:

«In una vita nel calcio non mi sono innamorato di nessuno tranne che di Paolo».

Se lo portò anche al Milan.

Poi la squadra fu comprata da Berlusconi.

«Ma i migliori c’erano già, Maldini, Tassotti, Galli, Baresi, Evani, Virdis, tolti gli olandesi sono quelli con cui Arrigo Sacchi ha vinto tutto».

Da allora le partite Farina le vide in televisione «e quasi mai allo stadio». Continuò a viaggiare per il mondo alla ricerca di nuove avventure e a passare il tempo nelle sue campagne perché, dice, in fin dei conti,

«ai salotti ho sempre preferito le stalle».

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