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Il ciclista che è quasi morto di doping ora fa il no-vax: “La merda fatevela iniettare voi”

Riccardo Riccò dieci anni fa finì ricoverato in gravi condizioni perché si era iniettato una sacca di sangue conservata in frigorifero per 25 giorni. E’ stato squalificato a vita

Il ciclista che è quasi morto di doping ora fa il no-vax: “La merda fatevela iniettare voi”

Riccardo Riccò dieci anni fa finì ricoverato in un ospedale di Modena in gravi condizioni perché – come lui stesso confessò confessato ai medici – si era iniettato una sacca di sangue conservata in frigorifero per 25 giorni. Lo stesso ex ciclista capace di autoiniettarsi in vena una sacca di sangue dal frigo nel tentativo di andare più forte in bici, oggi è un convinto no-vax. E scrive sui social cose tipo “la merda fatevela iniettare voi, se poi mi fa male ci rimetto io”.

Racconta la vicenda inbici.net, ripreso da Dagospia.

Nel suo post su Facebook poi rimosso si legge:

“Leggo di una marea di persone che dicono che il vaccino deve essere obbligatorio!!!! Ma stiamo scherzando !!!! Io faccio quello che voglio del mio corpo. Nessuno può costringermi a fare qualcosa che, se avesse effetti negativi su il mio corpo, a rimetterci sarei solo io. Quindi: voi fatevi pure iniettare non so quale merda, ma non rompete il cazzo alla gente come me che si è informata molto bene (da amici medici) e che non si farà un bel cazzo di vaccino”.

Il 19 aprile del 2012 Riccò, che ora vive a Formigine dove gestisce una gelateria, era stato inibito per 12 anni per la pratica dell’autoemotrasfusione. Nel 2008, dopo il secondo posto al Giro d’Italia, era stato trovato positivo al Tour de France dove aveva anche vinto due tappe. Proprio il mese scorso è arrivata la sentenza definitiva della prima sezione del Tribunale nazionale antidoping.

riccardo riccò

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