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Gattuso ha troppi broccoli spacciati per asparagi

La Juve sfonda le porte del club scudetto e grottesca scena a Genova: Oriali convince l’arbitro a non espellere Barella per doppia ammonizione

Gattuso ha troppi broccoli spacciati per asparagi

FALLI DA DIETRO – 16a GIORNATA DEL CAMPIONATO 2020-21

Tragedia e grottesco.
La mancanza di scrupoli di un individuo che con i suoi giochetti mette in pericolo la stabilità di un intero paese.
Poi anche le immagini che rimbalzano dal Campidoglio.
E che rendono tutti più insicuri.

I commentatori italiani nella chilometrica diretta imbrogliano le carte e contribuiscono a incupire vieppiù la giornata.

Passo al campionato.
Cadono le milanesi e la Juve sfonda le porte del club scudetto.

Il Milan è malandato.
È privo di sette titolari e Padre Pioli deve inventarsi un Calabria a centrocampo perché di centrali proprio non ne ha più manco uno.

Il Pirlocchio come al solito sbaglia formazione.
Ma azzecca Chiesa a destra per frenare le incursioni di Theo.
È l’arma vincente.
Perché Federico è in forma stellare. Due gol e un palo.
Partita equilibrata fino al raddoppio dell’ex fiorentino.
Una mazzata tremenda.
Gli ergastolani si pavoneggiano per la vittoria. E si candidano.
Nel silenzio sempre più assordante del caso Perugia.
Non so valga la pena ricordarlo ora, in questo clima incerto.

Più pericolosi i piccioni che invadono Genova dei Miliardari Suninter privi di Lukaku.
Nel guano di Marassi è la rivincita degli ex.
E gli interisti falliscono il sorpasso.

Inquietante episodio al 40°.
Valeri sta per espellere Barella per doppia ammonizione.
“Ma che cazzo mi ammonisci?”
Lo sente il mondo intero.
Irrompe in campo Oriali dirigente nerazzurro. Entra in contatto con l’arbitro. Con modi decisi lo convince a rimettere in saccoccia il giallo e il rosso.
Oriali ora è dirigente nerazzurro. Ma è anche uno stipendiato dalla Federazione.

Scena tragica e grottesca di un sistema malato.

La vera sorpresa sono i Sangue-Oro.
Fonseca imita il Gasp. Con i tre difensori a uomo e sette giocatori che contrastano e attaccano, secondo le esigenze, con manovre che ubriacano gli avversari.
In otto giorni la verifica. Contro Aquilotti e Suninter.

Tragedia e grottesco al Maradona.
Azzurri arrembanti contro la Postelegrafonici.
Ma al momento del tiro si inventano qualsiasi cosa pur di non centrare la porta. Che è custodita, tra l’altro, da un ragazzuolo che è un atropoide scombiccherato e scarabocchione.

Manca solo il cappello floscio di Buster Keaton al Pibe di Fratta per renderlo un comico assolutamente irresistibile.

Al Mariachi falso nueve – ultima invenzione del Gattaccio – manca la furbizia e la tecnica del Fiammante Fiammingo. Ma anche la grezza semplicità del Petagnone, che entra e subito va in gol.
Sembra fatta.
Ma all’ingresso di Charlie Brown Lobotka, e del macedone, diamante incompiuto, scocca l’ora implacabile della nemesi, per i troppi errori del primo tempo.
Ci si mette il Fenicottero andaluso, dalle note vaghezze dannunziane.
Ci si mette anche Il Cafetero timido con un’uscita da babbalone, e la frittata è fatta.

Alla prima mareggiata il Chiavicone crolla.

Tutti addosso al Gattaccio ora.
Che ha tante colpe. Ma non quella di avere nell’orto troppi broccoli spacciati per asparagi.
Non quella di avere in stalla troppi buoi e nessun purosangue.

Ha tante colpe il Gattaccio testone.
Per non aver inventato un gioco che dia valore alle qualità di ognuno.
Per non essere riuscito a trasformare questa combriccola vanitosa di gagà provinciali in un gruppo vero.
Fa bene a sentirne la responsabilità e a scusarsene per non aver saputo risolvere i problemi.

Tutto commovente. Il guaio è che i problemi restano.
Chi li risolve?

Nel mentre, Salvini si sta facendo preparare un vestito da Vichingo.

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