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«Furono le figlie a decidere di trasferire Maradona in quella casa. Morla non c’entra»

Il Mattino intervista l’avvocato: «Gli eredi di Diego hanno sempre litigato tra loro. I marchi? Appartengono a una società, non agli eredi»

«Furono le figlie a decidere di trasferire Maradona in quella casa. Morla non c’entra»

Sul Mattino una lunga intervista a Mauricio D’Alessandro, legale di Matias Morla, manager di Maradona. Sulle ore immediatamente precedenti la morte di Diego:

«Dopo l’operazione, Maradona ha deciso di lasciare la clinica dove si trovava e l’autorizzazione è stata firmata da due delle sue figlie. Morla non era presente in quel momento e non ha partecipato alla sua dimissione».

Sui rapporti contrastati tra Morla e la moglie e le figlie di Maradona:

«Gli eredi di Diego hanno sempre litigato tra loro. Diego ha fatto causa alla sua ex moglie Claudia, con una denuncia penale, e ha coinvolto le figlie in questa lite giudiziaria. I due figli Jana e Diego jr. sono stati riconosciuti dopo anni di battaglie legali e con l’opposizione di altri membri della loro famiglia. Morla ha ereditato da Diego questi problemi con i suoi figli e le ex mogli».

D’Alessandro risponde anche all’avvocato Baglietto, che nei giorni scorsi, sempre al Mattino, ha dichiarato che il manager aveva consegnato, come documenti facenti parte dell’eredità, solo quelli relativi a tre autovetture.

«Morla ha consegnato a Baglietto le tre auto, i dettagli dei conti, un container con 250 oggetti inventariati e una serie di contratti, come quello con Ypf. Quando la giustizia riterrà che deve ampliare le informazioni, lo farà. Per ora la scadenza è il 21 gennaio».

D’Alessandro continua a parlare dell’eredità.

«Diego è morto. Ma i suoi eredi sono milionari».

E aggiunge:

«Al momento della sua morte non era né isolato né assumeva alcol e droghe. Era un uomo pulito. Se non parlava a terzi, era perché molti lo chiamavano per chiedere cose: più di sessanta persone hanno raccolto somme mensili da Diego».

Sul marchio Maradona, che l’amministratore dell’eredità afferma appartenere ai cinque eredi del Pibe de Oro:

«I marchi appartengono a coloro che li registrano. Se volessi, potrei registrare il marchio dell’azienda presso la quale lei lavora a mio nome: l’azienda dovrebbe opporsi e poi si vedrebbe chi vince in tribunale. Diego ha rinunciato ai marchi mentre era in vita e la società li ha registrati. Non so perché Baglietto dice che appartengano agli eredi. Possono ancora provare a registrarli e poi si vedrà. Ma ritengo che perderebbero».

 

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