Su Repubblica Napoli. C’è un Napoli che in segreto bolle, le conferenze di Gattuso sono messaggi di aiuto, è un uomo solo
La vittoria di ieri sull’Udinese salva la vita al Napoli “ma non dà la diagnosi” della malattia. Lo scrive Antonio Corbo su Repubblica Napoli.
“Di che soffre questo Napoli lento, confuso, esangue? Di che si lamenta Gattuso quando allude alla squadra? Di che ha bisogno un allenatore che deluso mette Napoli alla pari di Roma come città difficile nel calcio, lui che ha giocato e allenato tra gli umori volatili di Milano?”.
Quando parla di giovani che devono smanettare meno, scrive Corbo, “non si sa con chi ce l’abbia”. E anche quando accusa i siti, “attribuisce ai social un peso eccessivo” perché a Napoli non accade nulla di diverso da quanto accade altrove.
Corbo cerca di interpretare le parole del tecnico. Le vede come indice della sua solitudine.
“La prima interpretazione può essere questa: la solitudine di un allenatore in un ambiente che non conosce ancora bene o che non sente ancora suo, in un club che forse non lo assiste come vorrebbe, in uno spogliatoio che non riesce a trascinare nel furore delle sue ambizioni, in una coesione morale che fa di un mestiere una missione”.
La società non può restare ferma di fronte a questo.
“Ora non può essere insensibile la società, cominci Cristiano Giuntoli, la sua sponda più vicina, a capire che cosa accade. Subito dopo il presidente, che vive a sua volta i dubbi di tante decisioni tormentate. Dall’esonero di Ancelotti alla rottura con Milik, chi lo ha spinto a sbagliare? C’è un Napoli che in segreto bolle. E tutte le anomale conferenze di Gattuso sono messaggi criptici nella loro vaghezza, ma chiari messaggi di aiuti. Tocca al presidente capire a chi tocca rispondere. Forse non è neanche un caso la mancata firma del nuovo contratto, tema che pure appassiona molti cronisti, ma è il più leggibile dei rebus. È così irrisolto il presente per pensare di edificarvi il futuro. Tutto sembra nebuloso dopo aver ascoltato Gattuso ma anche visto la squadra in campo. Le assenze non c’entrano”.