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Caro Gattuso, se non sei Mourinho l’uno contro tutti probabilmente non funziona

Una macchina di grossa cilindrata va guidata diversamente da una utilitaria. Forse cerca il veleno da giocatori che vogliono solo divertirsi giocando a calcio

Caro Gattuso, se non sei Mourinho l’uno contro tutti probabilmente non funziona

Cosa fanno di solito i migliori allenatori? Si dice che cerchino di far combaciare tra loro gioco e giocatori nel miglior modo possibile.

Prima di tornare ai giorni nostri, non posso non ripensare al campionato 2009-2010, cominciato con Donadoni in panchina. Donadoni non era un cattivo allenatore, però non otteneva risultati nonostante la squadra non fosse così scarsa, anzi a volte giocava anche benino. Aveva dei giocatori tecnici come Quagliarella, Hamsik, Lavezzi, Maggio, però il resto dei calciatori non lo era abbastanza e quindi la squadra aveva bisogno di pochi schemi, semplici e qualcuno che li convincesse a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Nelle prime partite di quel campionato il Napoli partiva spesso bene, però subiva in maniera incredibile quasi tutti i finali di partita. A un certo punto si perdeva mentalmente, e Donadoni sembrava non fare una piega, restando seduto in panchina silenzioso e riflessivo. Fino all’ultima partita con Donadoni in panchina, in cui il Napoli addirittura stava vincendo all’Olimpico contro la Roma, crollando però nell’ultima mezz’ora.

Quando arrivò Mazzarri capì che da un lato poteva lasciare i giocatori con maggiore tasso tecnico più liberi di muoversi, dall’altro pretendeva grande sacrificio a colpi di garra e urli. Facendo capire a tutti che la partita non durava 75 minuti, come era stato nelle prime sette giornate, ma 95, come amava dire lui. Fatto sta che nella sua prima partita il Napoli fece l’esatto contrario, subì lo svantaggio da parte del Bologna fino a un quarto d’ora dalla fine e poi rimontò negli ultimi minuti. E così successe in tante partite, creando il mito del Napoli di Mazzarri che non moriva mai, mito ancora vivo in tanti tifosi.

Poi, come per tutti gli allenatori, anche la spinta propulsiva di Mazzarri iniziò ad esaurirsi. Anche perché man mano che cresceva il tasso tecnico della squadra, Mazzarri non riusciva più a risolvere tutto solo con la garra che l’aveva contraddistinto. Anzi, buttò via alcune partite fondamentali proprio negli ultimi minuti. La garra con certi calciatori e in certi contesti non bastava più.

Ecco perché quando l’empatia inizia a svanire, un allenatore si deve reinventare o è meglio che vada altrove. La chimica tra calciatori e mister, che poi si trasforma in corretta comunicazione, comprensione da parte dei calciatori e convinzione nelle cose che si fanno, a Napoli si è avuta a intermittenza: con Mazzarri c’è stata per due anni e mezzo, con Benitez un anno, con Sarri quasi tre anni, con Ancelotti per un breve periodo e sinceramente con Gattuso non lo sappiamo con certezza.

Perché Gattuso ha una squadra di ottimo tasso tecnico, e purtroppo non se la può cavare sempre con discorsi e fattori che probabilmente non sono nelle corde dei suoi ragazzi. Il veleno a volte ci vuole, ma le squadre prima di tutto devono avere un disegno chiaro e possibilmente semplice su come stare in campo e come muovere quel maledetto pallone. E poi bisogna stare attenti alla comunicazione, se non si vuole esporre ancor di più la squadra a tempeste mediatiche che toglierebbero ancor più serenità. Se non sei Mourinho, l’uno contro tutti probabilmente non funziona.

Non sono per l’esonero di Gattuso, vorrei solo che Gattuso capisse che una macchina di grossa cilindrata va guidata diversamente da una utilitaria. Perché mi pare che il pilota non sia tranquillo e per questo non stia lasciando scatenare tutti i cavalli della sua autovettura. Non vorremmo che Gattuso si rivelasse un Donadoni al contrario. Che pretendeva slanci tecnici da una squadra che aveva invece bisogno di tirare fuori tutto il veleno che aveva dentro. Mentre Gattuso vuol tirare fuori un veleno che forse la sua squadra dentro non ha, ma che probabilmente è fatta di ragazzi che hanno una gran voglia di divertirsi giocando a calcio. E quando sono stati lasciati liberi di divertirsi, ci siamo divertiti anche noi.

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