E’ sotto accusa per la fesseria fatta in campo con il vaffa a Massa e spuntano tutti i luoghi comuni sul suo carattere. Ma anche l’arbitro non è stato un campione nella gestione del match
Tutti contro la sua “scelleratezza”, per quel vaffa all’arbitro Massa, che a sua volta non è stato un campione nella gestione del match. Insigne sotto accusa (che pure la fesseria l’ha fatta) e, quasi per un riflesso pavloviano, spuntano tutti i luoghi comuni sul suo carattere.
Proteste e castigo
Non maturo abbastanza (si stava dicendo da alcuni mesi giusto il contrario), sa tirare a giro ma non sa fare il capitano (ricordate Buffon a Madrid contro l’arbitro inglese Oliver: “Ha deciso come un animale, al posto del cuore ha un bidone dell’immondizia”). Qualche volta scappa a tutti, dentro o fuori dal campo.
Capitani ombrosi o coraggiosi?
Insigne capitano impulsivo e dal carattere difficile, nei commenti di chi non aspettava altro. Gli avevano detto che doveva mostrare più personalità, anche verso le terne arbitrali, per difendere il suo gruppo e i colori sociali. Vedi Bonucci. Vedi Buffon. E gli accerchiamenti per mettere pressione. E la timidezza o l’indifferenza nei rapporti con gli arbitri, ora si capisce perché, per non stuzzicare il narcisismo di qualche direttore di gara. Siate presenti nei capannelli, gli dicevano.
Quando l’arbitro non vede, non sente, non parla
L’Insigne nazionale i consigli li aveva presi alla lettera. Anche in questo caso si era messo avanti alla sua squadra a fare il capitano. Voleva protestare, come fan tutti e come si vede dalle immagini. L’irremovibile Massa, però, non dava segni di volere ascoltare. Ed ecco il ludico vai a cagar, imprecazione da bar in via di sdoganamento, perché a vedé certe cose vene ‘o sfastirio e l’Insigne capitano ne stava vedendo di cose contestabili. Per esempio le prime ammonizioni (e non i primi falli) di Skriniar e D’Ambrosio, rispettivamente all’85esimo e 88esimo. Quando i conti col Napoli erano stati già regolati. Rigore, maleparole e cartellini compresi.
Anche Insigne nel suo piccolo s’incazza
Non è sempre colpa dell’arbitro, ma Massa se lo poteva risparmiare. Non vorremmo fare come Checco Zalone che intonava “siamo una squadra fortissimi fatta di gente fantastici / perché noi siamo bravissimi / e se finiamo nel ‘balatro’ la colpa è solo dell’albitro”. Questo no, perché i destini del Napoli sono solo nelle sue mani e ha ragione Gallo a sostenere che da anni il Napoli gioca da vertice, ma gli appuntamenti topici li perde sempre.
Molte ragioni, ma nessuna scusante
Quindi, niente scusanti, se non si butta il pallone dentro (ma la partita resta tatticamente indovinata), se a sfavore c’è pure il Palazzo ammazza ricorsi a discapito della salute pubblica, se nessuno ha spiegato agli arbitri che, come nel rugby, i direttori di gara dovrebbero dialogare con i giocatori, capitan Insigne compreso.