Rosolino: «Dobbiamo togliere i ragazzi dal divano»

La Verità riporta l'appello dell'ex campione di nuoto per riaprire le piscine «Perché non stabilire una fascia oraria di apertura, come per ristoranti e bar?»

Rosolino inviato all'Isola dei famosi

Massimiliano Rosolino, l’ex campione di nuoto è il capofila delle associazioni sportive contro il blocco delle attività sportiva a causa della pandemia

«Con questa chiusura a oltranza senza avere nemmeno un’idea di quando le strutture potranno riaprire, c’è il rischio fortissimo di un allontanamento dallo sport. Temo che vadano in fumo le numerose campagne per incentivare l’attività fisica. Tanti talenti potrebbero andare persi».

Rosolino ha avviato sui social lunghe conversazioni con i genitori dei ragazzi preoccupati per l’inattività e la mancanza di stimoli per i figli. A La Verità

«Lo sport non può essere trattato in questo modo, non lo merita», dice al telefono accorato. La preoccupazione maggiore, spiega il campione, è per i bambini chiusi in casa davanti allo schermo televisivo, per gli adolescenti che «non hanno più un punto di incontro con i loro coetanei, e per gli anziani che magari avvicinati allo sport in età avanzata ne hanno tratto benefici per la salute»

Fino a qualche tempo fa, lo sport era considerato fondamentale per il benessere psico-fisico ed ora invece si ripete che è trascurabile per alcuni mesi, ma il rischio è che anche dopo la pandemia molti ragazzi non torneranno a fare sport. Proprio per questo Rosolino ha una soluzione

«Per queste feste di fine anno, invece di tanti regali inutili, genitori e nonni dovrebbero mettere sotto l’albero l’iscrizione a un corso sportivo. Sarebbe un modo per guardare al futuro con ottimismo, per sperare nella rapida riapertura delle strutture».

Poi lancia la sua proposta al Governo

«Perché non stabilire una fascia oraria di apertura, come per ristoranti e bar? Anche se il pomeriggio è il momento di maggior affluenza nei centri sportivi e nelle piscine, mantenerle aperte fino alle 18 potrebbe comunque essere un aiuto. Poi andrebbero differenziati gli sport»

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