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Il Napoli gioca una gran partita. Ma non supera mai quel maledetto muro (e non è questione di allenatori)

Ancora una volta perde la testa nel momento clou. Come due anni fa con Koulibaly. È da dieci anni che il Napoli è fermo a quel punto

Inter-Napoli è finita 1-0. Ma la partita va commentata per bene. E cominciamo col dire che il Napoli ha giocato una gran bella partita. Solida. E che ai punti avrebbe meritato di vincere. Il calcio, però, non è il pugilato.

La partita si è decisa tra il minuto 70 e il minuto 73. Il Napoli ha sfiorato il gol con un colpo di tacco alla Bettega di Insigne su cui è stato reattivo Handanovic che ha evitato un gol che sarebbe finito in loop in tv. Ribaltamento di fronte e rigore per l’Inter per fallo di Ospina su Darmian. Il rigore c’è. Il punto non è questo. Semmai il primo punto è l’essersi fatti sorprendere al minuto 71 dopo una partita che il Napoli aveva controllato in sicurezza.

La scena è cambiata in questi momenti. L’arbitro Massa ha estratto il cartellino rosso e ha espulso Insigne. Per insulti nei suoi confronti. Insigne e i giocatori del Napoli hanno negato. Inutilmente. Lukaku non è Ronaldo e ha spiazzato Ospina. La partita, di fatto, è finita in quel momento. Anche se gli azzurri, pur in dieci uomini, hanno chiuso l’Inter in area e hanno sfiorato il pareggio. Sia con Politano sia con Di Lorenzo. Petagna ha colpito persino il palo. Handanovic è stato per distacco il migliore in campo. L’arbitro Massa si è poi distinto per non aver espulso Skriniar per doppia ammonizione.

Ripetiamo, il Napoli ha giocato un’ottima partita. Gattuso l’ha preparata benissimo. E ha dovuto rinunciare a Mertens dopo meno di un quarto d’ora per infortunio alla caviglia: al suo posto è entrato Petagna. Spettacolare Lozano che si è confermato ancora una volta giocatore fondamentale per questo Napoli.

Il punto è un altro. Il punto sono quei minuti decisivi. Proprio come due anni fa, con Ancelotti in panchina. Quando Koulibaly perse la testa per i buu del pubblico e venne poi espulso da Mazzoleni. Il Napoli perse la testa. Così come l’ha persa questa sera, nel momento topico. Al di là dell’eventuale errore di Massa che però per aver espulso Insigne un insulto dovrà averlo sentito.

Il punto è: perché nei momenti chiave, questa squadra non regge? E non è questione di allenatori. Perde la testa con Ancelotti in panchina. Perde la testa con Gattuso. Due signori che i momenti di tensione sanno gestirli. Questo è il maledetto muro – per dirla alla Fossati – che il Napoli non riesce a superare. Passano gli anni, ormai il Napoli viaggia da dieci anni a livelli altissimi. Anche stasera ha dimostrato sul campo di essere squadra da scudetto. La domanda è: perché non regge la tensione? Non la regge mai. Non la resse nemmeno a Firenze quando si giocò lo scudetto con Sarri.

Non abbiamo una risposta. Forse, diciamo forse, dipende da questo sempre voler negare la forza del Napoli. Questo voler nascondere le proprie ambizioni. Quando poi si arriva al momento clou, i nervi non reggono. Bisogna lavorare su questo. Altrimenti il Napoli farà sempre quest’elastico. Come il supplizio di Tantalo. Non raggiungerà mai la frutta anche se si avvicinerà molto. E la storia di queste decennio è piena di serate come questa: a Torino il primo anno di Sarri, così come a Udine, giusto per fare due esempi.

Gattuso deve lavorare su questo. E ci permettiamo di suggerirgli che nascondere le ambizioni non serve. Anzi. Il Napoli deve abituarsi alla tensione, a giocare partite che contano. I cosiddetti punti importanti, si dice nel tennis. Stasera Gattuso ha dimostrato di essere un signor allenatore per quel che riguarda il campo. È stato bravo. Il Napoli non avrebbe meritato di perdere. Però adesso bisogna lavorare sull’altro aspetto. Altrimenti non cambierà mai niente.

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