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Da Sfera Ebbasta a Dennis Rodman, Petagna è un mondo che rifugge il basso profilo

Ora che è il centravanti del Napoli, ha la possibilità di smentire i suoi detrattori. Accompagnato da una fama di destra, in realtà non è vero: non segue la politica

Da Sfera Ebbasta a Dennis Rodman, Petagna è un mondo che rifugge il basso profilo
Petagna. [Pe-ta-gna] s.m.
lett. terzo centravanti del Napoli, poi secondo, ora titolare
fig. arma segreta, soluzione di scorta, utile senza suscitare clamore
agg. dispr. extrema ratio, buono se proprio non vogliamo far scendere Milik dalla tribuna

A raccontarlo per definizioni si finisce per offenderlo, perché qualcuno ne ha ridotto la sua presenza nella lunghissima rosa del Napoli ad aggettivo sostantivato. Sei un Petagna, fai il Petagna. Con un’accezione spregiativa che il tifoso snob si permette in virtù dell’abbondanza inedita dell’attacco consegnato a Gattuso.

Date un’occhiata alla grande Inter che “deve” vincere lo scudetto, che anzi “vincerà” lo scudetto perché non è ammissibile altro destino per Conte, perduta l’Europa: ha Lukaku, Lautaro e Sanchez. Stop. E il terzo dei tre si fa male ogni due giornate, e ad ogni trasferta comandata in Cile. L’Inter ha due punte forse tre, e quest’è quanto.

Il Napoli per un solo ruolo ha Osimhen, Mertens, e solo poi Petagna. In terza battuta, addirittura. In quarta ne avrebbe pure un altro, lasciato a fare l’umarell in attesa di nuova sistemazione: Milik. Ora che Osimhen e Mertens se ne staranno in Belgio a leccarsi le ferite per un po’, è il caso di chiarire per davvero chi è l’attuale centravanti titolare del Napoli. Il Petagna.

Quel che non è, prima di tutto. Non è Andrea Silenzi. Non è uno che dove lo metti sta, senza farsi troppo notare. E’ affidabile sì, ma per indole rifugge il basso profilo. Ha un sacco di spigoli, qualche penombra e un ego non intaccato dalla gaffe di Berlusconi che una volta, al Milan, lo chiamò  Pignatone (era confuso, il Cavaliere: Pignatone è il procuratore della Repubblica di Roma che lo aveva interrogato per l’inchiesta sulle escort di Tarantini).

Ridefiniamolo, dunque: è un imprenditore di se stesso, come usavano scrivere nelle bio senza ritegno i peggiori sfaticati di Facebook. Lui però lo è davvero. Ha una ex fidanzata impegnativa come può esserlo una Madre Natura dei programmi di Bonolis, Michelly Sander. Un numero imprecisato di tatuaggi (lui stesso ammette di averne perso il conto, tutta la coscia sinistra è dedicata alla famiglia) e una passione per rap e trap:

«Il primo tattoo è stato un aeroplano per una canzone dei Club Dogo, miei artisti preferiti insieme a Guè Pequeno».

Ha aperto un ristorante a Milano con Sfera Ebbasta, e lo hanno fotografato con Bryan Cristante all’inaugurazione di un negozio di Pivert, il brand d’abbigliamento icona dei militanti di estrema destra, legato a CasaPound. Un episodio che gli è valso la fama di vicinanza ad ambienti filoleghisti se non simil-fascisti. In realtà non è vero: Petagna non si interessa di politica.

E ancora, in ordine sparso:

«Sui parastinchi ho il simbolo di Batman. Amo la trilogia del Cavaliere Oscuro e perché sono affascinato dal fatto che sia l’unico supereroe senza poteri, ma apprezzo anche attori e film come Robert De Niro o “Scarface” e “Quei bravi ragazzi”. E pratico boxe: ogni estate mi alleno con un ex pugile, Franco Terlizzi, e faccio piscina e tennis».

Appena qualche giorno fa ha sfottuto in diretta tv Spinazzola per una questione di dentisti e parrucchieri. E’ un guascone, già dai tempi dei video con quel mattacchione del Papu Gomez.

Poi, un giorno di giugno, Dennis Rodman posta un video sui suoi social nel quale si dichiara fan di Petagna. La cosa in sé è strabiliante: Rodman, QUEL Rodman. La leggenda dei Bulls di Michael Jordan, l’ex fidanzato di Madonna, l’uomo che si è spezzato un paio di volte il pene in una delle sue orge… si dice tifoso di Petagna:

“Andrea, non è pazzesco? Dennis Rodman ti sta chiamando. Andrea, il bulldozer!”

Quasi dirompente come il video che de Magistris mandò ad Al Pacino. “Ciao Alll”, ve lo ricordate.

Il mondo social si fermò, per il solito quarto d’ora di celebrità. Un video su commissione, a pagamento? Ne scrisse pure Romagnoli su Repubblica:

“Rodman davvero sa chi è Petagna, o che cosa è (uomo, donna, veicolo, boccia)? Significa che il centravanti ha fatto gol, da qualche parte. Di sponda. Ha capito il meccanismo del gioco, quello più grande (chi è Bugo? Uno che ha litigato con Morgan). Poi, con il tempo, può anche segnare come Vieri. O radersi come lui”.

Potremmo ulteriormente indugiare sul suo curriculum di feticcio tattico di Gasperini, quando ancora l’Atalanta si faceva piacere il centravanti manovratore che segna poco. O sulla sua attuale media gol/minuti di tutto rispetto. O sul fatto che a Napoli sta dimostrando che da terza scelta, a seconda, a prima il salto triplo è possibile. Che ha una chance natalizia per sostenere il ruolo, e smentire i critici di principio, quelli del Petagna sostantivato.

Ma invece segnaliamo che su Amazon è in vendita il plaid di Petagna. E che, insomma, lui ha già vinto così.

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