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Speranza: «Abbiamo 48 ore per provare un’altra stretta. C’è troppa gente in giro»

Il ministro al CorSera: «La curva è terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà. La scuola? Non è intangibile. E c’è bisogno di interventi forti anche in Lombardia»

Speranza: «Abbiamo 48 ore per provare un’altra stretta. C’è troppa gente in giro»

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è preoccupato del numero di contagi registrato in Italia negli ultimi giorni, che non accenna a diminuire. Lo racconta al Corriere della Sera.

«La situazione dell’Italia è ancora difficilissima. Negli ospedali c’è troppo affollamento. La curva epidemiologica è ancora molto alta. Quel che mi preoccupa è il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà».

Il ministro è convinto che le terapie intensive possano reggere ancora per qualche settimana, ma è necessario frenare la pandemia.

«Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore. C’è troppa gente in giro».

E l’unico modo per spingere la gente a restare in casa è un nuovo lockdown, non totale come quello di marzo.

Speranza abbandona anche la linea cauta sulle scuole.

«L’idea del governo è sempre quella di non toccare le scuole. Vogliamo difenderle il più possibile, ma purtroppo dobbiamo farlo dentro il contesto di una epidemia».

Vuol dire che

«la scuola non è intangibile».

L’idea è quella di sospendere le lezioni in presenza anche per elementari e medie ma di lasciare in classe i bambini della primaria.

Per quanto riguarda i confini regionali, saranno vietati gli spostamenti. E Speranza parla anche della Lombardia.

«Purtroppo c’è bisogno di interventi forti anche in Lombardia, una delle aree del Paese che si trovano in condizioni peggiori. Sulla base dei dati del Comitato tecnico scientifico ci sediamo con il presidente Attilio Fontana e con il sindaco Giuseppe Sala e valutiamo le decisioni da prendere».

Sui mezzi pubblici:

«nelle aree più difficili si decida di scendere un poco rispetto all’80 per cento di capienza dei mezzi».

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