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Mertens è di nuovo il piano B del Napoli senza centravanti

Il belga torna nel ruolo che ha riscoperto suo, ma solo per l’assenza di Osimhen. Il miglior marcatore del club è l’alternativa ad un giocatore da 50 milioni

Mertens è di nuovo il piano B del Napoli senza centravanti

Un ritorno alle origini. Oggi come allora, la scelta è dettata dalla necessità. Il piano B è sempre quello: Mertens nel ruolo di centravanti. Ma tra la prima volta e adesso, ci sono stati nel mezzo anni in cui il belga ha segnato come solo i grandi attaccanti del Napoli hanno saputo fare. Con una costanza tale da diventare il miglior marcatore della storia del club, a quota 127 gol. Un record che è stato conquistato attraverso la continuità di rendimento e la fedeltà, doti che non gli sono mai mancate da quando si è riscoperto prima punta. Ma con Gattuso le cose sono cambiate.

Si è sentita la necessità di dare al Napoli un terminale offensivo più convenzionale in linea di principio: quel giocatore che sa riempire l’area e che punta sulla fisicità. Victor Osimhen non è soltanto questo, e in realtà è ancora tutto da scoprire. Il suo percorso in un campionato nuovo è appena cominciato, l’adattamento che ne seguirà servirà a capire e ad esaltarne le caratteristiche. Petagna era stato individuato come suo sostituto naturale, ma in emergenza e contro la capolista Gattuso ha preferito affidarsi ad una soluzione già nota.

Non sarà come la prima volta, quando si trovò a sostituire il lungodegente Milik. Ora il suo avanzamento è un rattoppo momentaneo, durerà al massimo un paio di partite. Il tempo, insomma, che Osimhen superi l’infortunio alla spalla, poi tutto probabilmente tornerà come prima. Un minimo di incertezza però va lasciata, almeno come riconoscenza dell’imprevedibilità di Mertens. Nessuno avrebbe scommesso sulla sua prolificità all’epoca, eppure quello spostamento ha cambiato tante storie: la sua, quella di Sarri, quella del Napoli.

La nuova veste che gli è stata cucita addosso, per poterlo tenere in campo insieme al nigeriano, forse non gli sta così bene. Due gol in campionato per entrambi, con la differenza che Mertens ci aveva abituato a ben altri ritmi, mentre Osimhen può vivere ancora un po’ con le attenuanti. Un ridimensionamento era prevedibile da questo punto di vista, ma in diverse circostanze non è parso coinvolto come lo era prima. Soprattutto, troppo spesso si è trovato lontano dalla porta, l’habitat che aveva riscoperto suo.

La dimensione di vertice che ha assunto il Napoli passa anche da una riflessione collaterale rispetto al campo: il miglior marcatore della storia del club è l’alternativa all’acquisto più costoso, un giocatore da 50 milioni di euro. La terza opzione è un attaccante pagato 18 milioni, che potrebbe avere un’altra chance in Europa contro un Rijeka rimaneggiato dal coronavirus. Sempre che Gattuso non voglia ripararsi ancora dietro la maglia numero 14, che dà sempre l’impressione di essere la scelta giusta o quantomeno quella col minor margine di rischio. Dopotutto è questa la vittoria di Mertens, nonostante un ruolo e un’età che non sono le più congeniali per puntarci ancora così.

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