Marocchi: «L’Inter gioca bene quando saltano gli schemi». Conte: «Chiacchiere da bar, il calcio è cambiato»

Confronto dialettico a Sky. Conte: «Quando giocavamo noi, c'era molta improvvisazione. Oggi c'è un'organizzazione, l'allenatore dà un'impronta»

Conte

(foto Hermann)

Conte aa Dazn: «L’approccio non è stato dei migliori. Potevamo essere più feroci e determinati, non riuscivamo a vincere nemmeno un contrasto. Capisco le difficoltà quando si torna dalle Nazionali. Nel week-end si è visto che tutti hanno avuto difficoltà al rientro dalle Nazionali. Nella prima parte poco furore, poca determinazione. Poi, però, il 2-0 avrebbe ammazzato chiunque. Abbiamo ancora una volta dimostrato di avere qualcosa di importante a livello caratteriale, a volte dobbiamo andare a pescarlo, a scavare, devo essere bravo anche io. Sono contento anche io, stiamo parlando di una partita rimontata.

«Ho la percezione che dobbiamo lavorare e alzare il livello di furore. Rispetto all’anno scorso da questo punto di vista abbiamo perso tanto. Lo scorso anno eravamo feroci, quest’anno no. Devono capirlo i vecchi e i nuovi. Al di là della qualità, dell’organizzazione, poi ci devi mettere tutto: testa, cuore, gambe. Mi auguro che serva per il futuro. Se vogliamo qualcosa, dobbiamo andare a conquistarcelo. Dobbiamo essere pronti a sporcarci. La strada è lunga, faticosa, non dobbiamo assolutamente pensare. Dobbiamo fare, scavare, fare i solchi, cercare di far trovare il campo in salita agli avversari. Tante volte questo non è avvenuto, è avvenuto in ritardo. Se non ci metti qualcosa a livello tuo di personale, diventa difficile».

A Sky ha ripetuto gli stessi concetti. Ma c’è stato un interessante confronto con Marocchi. 

«Abbiamo ancora tanta strada da fare per diventare una grande squadra. Una grande squadra in 12 partite non permette di creare situazioni per fare tre rimonte. Sento giudizi esagerati, so dove i percorsi che dobbiamo attraversare. Dobbiamo stare con i piedi per terra. Devono esserci analisi intellettuali oneste, siamo orgogliosi di quel che dicono di noi ma ne abbiamo di strada da fare».

Marocchi fondamentalmente dice che l’Inter gioca meglio quando abbandona gli schemi e gioca “col cappello in aria”, insomma alla garibaldina: «Non è che stai chiedendo troppo tatticamente ai tuoi giocatori? I centrocampisti che si abbassano, il giro palla. Danno il meglio di sé quando si butta il cappello in aria». Conte non gradisce:

«In qualsiasi situazione deve esserci un filo conduttore. Se parliamo di cappello in aria, tutti avanti, sono chiacchiere da bar. Ho vinto qualcosa, ma non buttando il pallone avanti e si vada a avanti tutto furore. Non posso accettare che questo venga detto. Allora sì, prima eravamo lenti, poi abbiamo alzato il ritmo. Quando giocavamo noi, eravano altri tempi. Oggi c’è un’organizzazione completamente diversa, c’era molto improvvisazione, oggi l’allenatore dà un’impronta. Dobbiamo rimboccarci le maniche e allora sì che possiamo dare fastidio a tutti, altrimenti diventa come oggi».

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