Il caso della Lazio rischia di minare la credibilità del sistema e il proseguimento del campionato. Un ente unico farebbe lievitare i costi ma i presidenti favorevoli aumentano
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Il caso della Lazio, con il diverso esito dei tamponi processati dal laboratorio Uefa Synlab e da quello di Avellino di cui si serve il club biancoceleste preoccupa la Serie A. Rischia di minare la credibilità dell’intero sistema. E irrita i club. Per questo motivo, scrive la Gazzetta dello Sport, oggi, in Consiglio di Lega, sarà affrontata la questione.
“Il presidente Paolo Dal Pino segue da vicino e condivide la preoccupazione della maggioranza dei club per gli sviluppi della vicenda Lazio. La Serie A, ancora prima della ripartenza estiva, aveva rinunciato all’identificazione di una struttura unica che potesse centralizzare le informazioni e uniformare i risultati: un’idea che oggi tornerà d’attualità e che verrà riproposta. Dopo quanto è successo la grande maggioranza dei club ha cambiato idea: serve un sistema unico per tutta la A“.
I club vogliono evitare altri casi di difformità e ricreare un clima di stabilità. Per questo vorrebbero individuare un’unica azienda che faccia i tamponi a tutte le squadre a 48 ore dalle partite, per garantire uniformità di giudizio.
Il Consiglio può dare un parere favorevole all’ente terzo per i tamponi e portare la proposta in Assemblea ala quale spetta il via libera perché i costi sono importanti, scrive il Corriere dello Sport: diversi milioni di euro. E non è questa la sola difficoltà.
“Non sono molte le aziende capaci di coprire tutto il territorio italiano, che hanno laboratori ovunque per la processazione dei test perché le città da raggiungere, da nord a sud, sono diverse”.
La scorsa primavera si erano avviati contatti con due strutture, Synlab e Lifebrain,
“ma i costi importanti avevano portato la Lega a desistere e i club avevano trovato singoli accordi con laboratori di loro fiducia. È chiaro che stipulare un contratto con uno di questi due colossi farebbe lievitare la spesa per le società, ma al tempo stesso metterebbe la Lega in una posizione di garante, di controllore. Esattamente come fa la Uefa. Il partito dei presidenti favorevoli sta aumentando”.