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Insigne si è preso l’Italia e il calcio italiano. Il Dalì di Frattamaggiore dipinge anche altrove

E’ il più forte italiano in circolazione dalla tre quarti in su. Fa la fascia su e giù come un gregario, illumina come un fuochista esperto, litiga per proteggere il branco, sorride con i piedi a chi gli dà ascolto

Insigne si è preso l’Italia e il calcio italiano. Il Dalì di Frattamaggiore dipinge anche altrove

Nella serata in cui la Nazionale è schierata senza un calciatore della Juventus, Insigne ne diviene capitano (dopo l’uscita di Florenzi). Finalmente il calcio italiano dimostra di poter essere anche altro, di potere avere un’anima eterogenea.

Lorenzo si è preso l’Italia, il calcio italiano e la squadra con il sacrificio, la serietà, il lavoro duro e la cazzimma. Il Dalì di Frattamaggiore dipinge anche altrove.

Non è Baggio, non é Totti, non è Antognoni è Lorenzo Insigne, il più forte italiano in circolazione dalla tre quarti in su. Fa la fascia su e giù come un gregario, illumina come un fuochista esperto, litiga per proteggere il branco, sorride con i piedi a chi gli dà ascolto. Mancini l’ha compreso più di tutti, se lo coccola e gli ha affidato il ritorno dell’Italia tra le quattro, attualmente, migliori d’Europa dopo anni di fallimenti, dopo il punto più basso toccato dal pallone italico, l’esclusione dagli ultimi mondiali, guarda caso con Lorenzo in panchina.

L’Italia ha un’anima ed è del Sassuolo come del Napoli, del Milan come dell’Inter, dell’Udinese come della Roma, del Torino come della Lazio può prescindere dal giogo juventino, dai blocchi che, numeri alla mano, ci hanno affossato negli ultimi anni. Possiamo fare anche a meno di Chiellini per fare un esempio, visto il coraggio e la fiducia che il CT ha infuso a Bastoni e la solidità granitica di Acerbi. Tre partite, zero goal subiti. E Lorenzo è lì in mezzo, tutti lo guardano e lo seguono, mostra la via mano nella mano con la consacrazione.

Napoli ancora una volta è al centro della rivoluzione culturale italiana… La storia è solo una parentesi tra un caso e il ripetersi dello stesso caso, l’ultimo europeo lo vincemmo in Italia nel ’68 e tra i campioni c’era anche il capitano di allora del Napoli, Antonio Juliano….Un caso.

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