ilNapolista

È il racconto che ha reso Maradona immortale, è stato tramandato come un mito

Con Diego, in tutto il mondo, ha rivissuto la tradizione delle testimonianze trasmesse di bocca in bocca, da generazione in generazione, dei racconti

È il racconto che ha reso Maradona immortale, è stato tramandato come un mito

In questi giorni, non c’è stato un solo angolo della Terra che non abbia pianto Maradona: America, America del Sud, Europa, Cina, Medio Oriente, Africa, Australia, Nuova Zelanda. Mi sono chiesto quale fosse stato il motivo o la forza, oltre a quella calcistica, che gli ha consentito di entrare nell’Olimpo dell’immaginario collettivo mondiale. Quale meccanismo sia scattato per consentire a Diego di entrare nel cuore di tutti. Nelle sue interviste (e nei fatti) si è sempre schierato con i più deboli, diventandone orgogliosamente la voce. La voce del popolo. Ma la storia è ricca di altri personaggi che, politicamente o meno, sono stati accanto al Sud del pianeta. Personaggi che talvolta hanno finanche scritto la storia di una Nazione, e per questo rimasti scolpiti nella memoria, ma non per questo entrati nel Mito. Perché?

Credo che la risposta possa sembrare semplice, bensì non scontata: il Racconto.
Con Maradona, forse senza che ce ne accorgessimo, è rivissuta la Tradizione Orale (intesa come il complesso delle testimonianze trasmesse di bocca in bocca, da generazione in generazione, dei racconti).

Di padre in figlio, dalla cugina alla sorella, dai nonni ai nipoti: Maradona è stato tramandato – in vita – come accadeva per i miti del passato.

Il tutto in due continenti diversi (Sud America ed Europa), cosa che ha consentito la creazione del Mito in milioni di persone. La sola tradizione scritta (in auesto caso la letteratura ne è piena), non sarebbe bastata a svilupparlo. Il Racconto ha rafforzato l’immagine, che ormai fa parte del tessuto cerebrale, del dna. Come il Colosseo per Roma, come Napoleone per la Francia.
Nell’epoca della tecnologia, del tempo reale, degli highlights, di YouTube, trovi tutto e subito a disposizione. Messi e Cristiano Ronaldo – i due campioni che stanno contraddistinguendo l’ultimo calcio – hanno finanche più visibilità di quanta non ne ebbe Maradona sul finire degli Anni ‘80 (gli Anni d’Oro del calcio a Napoli). I loro goal, le loro gesta tecniche, vengono consumate. Diventano subito “vecchie”, in attesa del prossimo goal che generi migliaia e migliaia di click sul web. Le loro storie si divorano in tempo reale, ma è raro ascoltarne il racconto oltre il web o la tv o la carta stampata.

Con Maradona è stato e sarà sempre diverso – oltre che per le superiori qualità calcistiche di Diego -, perché al “consumo” si accompagna il Racconto di quei gesti, si trasferisce l’emozione del vissuto, il sorriso per la vittoria ed il pianto per la sconfitta, il contesto storico, il significato di un goal in un determinato momento. Come la narrazione della vittoria sull’Inghilterra ai Mondiali del 1986 (Guerra Malvinas o Falkland), o della vittoria-riscatto nel 1986 del Napoli a Torino contro la Juventus (città del Sud che vìola la potente Capitale industriale della Fiat).

La voce del narratore ha più forza e maggior impatto di qualsiasi video. Anche chi non c’era in quegli eventi avverte partecipazione e condivisione. Eccola, la forza del Racconto.

E Maradona resterà immortale come i Miti, finché sarà sempre raccontato.

ilnapolista © riproduzione riservata