A Sky: “L’impatto della sua figura è paragonabile solo a quello che ha avuto Mohammed Alì. Sono personaggi che lo sport ha consegnato alla storia del mondo”

A SKy Tg24 è intervenuto il giornalista di Repubblica Paolo Condò per celebrare Maradona.
“In questo momento siamo tutti mentalmente molto disordinati nel mettere assieme le cose che Diego ha fatto nel mondo dello sport, anche perché l’impatto della sua figura è paragonabile solo a quello che ha avuto Mohammed Alì. Sono personaggi che lo sport ha consegnato alla storia del mondo. Non possono essere circoscritti, hanno significato molto anche per temi distanti dal campo. Maradona è stato per molti anni un simbolo della ribellione del Sud del mondo, intendendo il Sud America ma anche Napoli. Immaginare Maradona con la maglia di una delle grandi storiche del nord non mi riesce. Lui è Napoli. L’uomo che ha portato lo scudetto al Napoli, e in quello scudetto c’erano significati di rivincita e rinascimento. Quello che lui ha fatto sportivamente adesso verrà fuori, la sua capacità di essere sempre decisivo, i suoi gol… Maradona può essere considerato a buon diritto il più grande calciatore della storia, lo pensavo anche prima di oggi. L’Argentina ha dato 3 dei 4 grandi calciatori della storia (gli altri sono De Stefano, Messi e Pelè), ma Maradona è stato il più grande di tutti. E’ stato il principale profeta del mondo del calcio. Basti pensare che nel 1994, quando Maradona era ormai stanco e imbolsito, reduce da uno dei periodi oscuri della sua vita, la Fifa aveva organizzato il campionato del mondo negli Stati Uniti e a pochi mesi dal Mondiale la Fifa si rese conto che stava andando incontro ad un bagno colossale, ad un flop di popolarità e chiese aiuto a Maradona, aveva bisogno che partecipasse al Mondiale”.
“A parte Buenos Aires, Napoli è stata la sua seconda casa, dove ha fatto le cose più belle con una maglia di club. Una balla che gira è che nella semifinale di Mondiali Argentina-Italia il San Paolo abbia tifato per Maradona, non è vero, tifò per l’Italia ma non poteva in nessun modo dileggiare il capitano degli avversari dell’Italia, che negli altri giorni dell’anno era il suo capitano”.
“Ho incrociato professionalmente il momento in cui Maradona e Messi sono stati insieme. Il rapporto tra i due non è mai sbocciato completamente, forse c’era anche un po’ di gelosia. Ma l’Argentina è un paese benedetto dal punto di vista calcistico”.