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C’è quest’insofferenza per Gattuso, a Napoli il presepe non piace mai

C’è un desìo di Allegri che ai rinneganti di Gattuso intenerisce il core? Intanto siamo alle prese con gli incomprensibili Mertens e Fabian Ruiz

C’è quest’insofferenza per Gattuso, a Napoli il presepe non piace mai

Ridestandomi dall’incubo Sassuolo, mi percuote a prima mattina il chicchirichì del Gallo che riecheggia un pensiero che, rigorosamente prima delle ore diciotto, attraversa la città. Allegri Massimiliano, di Ambra cosparso, è libero e bello. Buon per il signor Angiolini, dico.

Mi insospettisco. Se il Gallo canta, abbiamo un problema. Ne ebbe uno grosso Gesù quando disse prima che il gallo canti due volte, Pietro mi rinnegherà tre volte. Gallo ha cantato stamattina una sola volta, abbiamo già rinnegamenti in vista?

Bevo un caffè, e sul fondo del caffè intravvedo l’incomprensibile Fabian Ruiz, incomprensibile anche a chi legge i fondi di caffè, e mi chiedo perché Gallo canta e Allegri Massimiliano è libero. C’è un desìo di Allegri che ai rinneganti di Gattuso intenerisce il core?

Sorseggio un altro caffè, e sul fondo del caffè intravvedo il ruolo incomprensibile di Mertens, incomprensibile anche a chi legge i fondi di caffè, e mi chiedo perché pe’ tutta ‘sta marina, da Procida a Resina, Gallo canta e Allegri è libero. E’ una coincidenza? Una onniscienza? Una preveggenza?

Trangugio la terza tazza di caffè, e sul fondo del caffè intravvedo una incomprensibile finta di Petagna, incomprensibile anche a chi legge i fondi di caffè, e mi domando se gatta ci cova.

Gattuso è in bilico, è tra color che son sospesi e sorpresi, ha un piede fuori dalla porta, dallo scudetto e dall’Europa League? Leggo il Professor Magizete, autore di “Quando meno te l’aspetti”, Rogiosi Editore 2020, e quindi c’è da aspettarsi di tutto così come scrive il Professore Magizete, e cerco di capire se scrive a nuora perché suocera intenda, e chi è la nuora e chi è la suocera.

Bevo il quarto caffè, e sul fondo del caffè intravvedo Koulibaly che avanza in maniera incomprensibile ed è incomprensibile anche a chi legge i fondi di caffè, e mi chiedo se c’è un complotto di negazionisti che vogliono negare il virus e Gattuso.

C’è questa insofferenza, inutile negarla, per Genny Gattuso che non ha la fronte alta di Rafa Benitez e i gilet di lana a bottoni di Carlo Ancelotti, segnato da uno slang calabro-milanese a voce rotta, la barba che è un bosco della Sila e la grinta però educata di un arrampicatore socievole, uno che si permise di dire su Sean Connery perché non si fa i cazzi suoi e chissà che cosa direbbe alla regina Elisabetta se lei gli chiedesse del possesso-palla.

Consumo la quinta tazza di caffè, e sul fondo del caffè intravvedo i movimenti incomprensibili di Osimhen, incomprensibili anche a chi legge i fondi di caffè, e mi interrogo sul destino della panchina azzurra, sopra la panchina Allegri cammina, sotto la panchina Gattuso s’inchina, in questo golfo eternamente insoddisfatto che vorrebbe Bill Gates a Palazzo San Giacomo e Albert Einstein a Castelvolturno, salvo a volerli cambiare immediatamente con Mario Draghi e Cristoforo Colombo.

La verità è che a noi di questo mondo partenopeo il presepe non ci piace mai. E che ci fanno tre re magi quando è ormai di moda la difesa a quattro?

Passo e chiudo alle diciotto, alle venti, alle ventuno, non so, aspetto di chiudere quando me lo dice Giuseppe sempre più pallido e col ciuffo disfatto, il Conte di Montecristo.

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