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Napoli-Az Alkmaar: in certe partite l’artiglieria pesante conta più dei piedi buoni

Cosa ci insegna la partita di Europa League contro l’Az. Non sempre basta avere un attaccante in più per vincere le partite

Napoli-Az Alkmaar: in certe partite l’artiglieria pesante conta più dei piedi buoni

Ci eravamo illusi, tutti, che bastava giocare con un attaccante in più per riuscire a scardinare il fortino di quelle squadre che sono solite fare il catenaccio (o, come si dice nel linguaggio moderno, mettere il pullman davanti alla porta) e difendersi bassi con tutti gli uomini dietro la linea della palla. Evidentemente ci sbagliavamo, in quanto, come visto, non è sufficiente aumentare il numero degli attaccanti (il Napoli ne ha schierati ben quattro più Fabian Ruiz e Lobotka, che da alcun lo scorso anno veniva descritto come un intermedio o addirittura un trequartista di raccordo…) per avere la meglio contro le difese chiuse “a doppia mandata”, a maggior ragione se di tutti gli uomini schierati dal centrocampo in su, solo due su sei (nella fattispecie Osimhen e Fabian Ruiz) superano il metro e ottanta di statura.

Probabilmente per riuscire a demolire il muro eretto dagli avversari, occorrono maggior fisicità e più centimetri, in modo da poter sfruttare, in caso di necessità, il gioco aereo, e quindi, far ricorso ai tanto vituperati lanci lunghi dalla retroguardia e/o ai cross dal fondo (che invece, al contrario, non possono sortire molto effetto se gli uomini che si portano in prossimità della porta avversaria non eccellono in altezza).

Forse in gare come quella contro gli olandesi servirebbe la cosiddetta “artiglieria pesante”, magari schierando dal primo minuto Petagna al fianco di Osimhen, Bakayoko al fianco di Fabian Ruiz (e, una volta tornato a disposizione, di Elmas…), Ghoulam al posto di Hysaj e, perché no, mettere un altro difensore centrale in modo da alleggerire i compiti difensivi dei due esterni bassi e consentire loro di dedicarsi maggiormente alla fase offensiva e di spingere di più sulle fasce, al fine di guadagnare il fondo con maggiore frequenza e confezionare cross e assist per i corazzieri in area.

Ovviamente parlare col senno di poi è sempre troppo facile, ma quella di ieri può essere una lezione per il futuro e capire che, forse, in determinate circostanze il palleggio e le giocate di qualità che tanto piacciono agli amanti del bel gioco, servono a ben poco e che, eventualmente, sarebbe meglio puntare su un calcio magari meno bello da vedere ma più fisico (e più concreto).

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