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La fine del calcio

Le immagini dello Stadium fanno male non perché il Napoli perde tre punti ma perché l’arroganza bianconera passa dagli inutili tweet, ad uno spettacolo mediatico tutto a suo favore

La fine del calcio

Il potere si mostra anche al costo di sembrare farseschi, pacchiani.

Le immagini che arrivano da Torino sono comiche, una ammissione balorda di supremazia o una ripicca infantile che copre di vergogna il calcio italico tutto.

La fine del calcio, un danno di immagine di copioso valore che va a scapito anche dei calciatori bianconeri che ahi loro sono costretti a simulare, a danzare come odalische, senza musica, per compiacere il padrone.

Ieri la Juventus è scesa in campo da sola e da sola resta, a questo punto, come da sola si auto assegna scudetti, come da sola, da anni si regala vittorie dei campionati (questi sul campo).

Le immagini dello Stadium fanno male non perché il Napoli perde tre punti ma perché l’arroganza bianconera passa dagli inutili tweet, ad uno spettacolo mediatico tutto a suo favore, una pantomima che passa con il secchio a raccogliere l’acqua di un sistema che ne perde da ogni lato. La fine del calcio affiora dalle facce dei bianconeri in campo allo stadium, e faranno il giro del mondo, andranno sugli schermi di spagnoli, inglesi, tedeschi, americani, cinesi, giapponesi e il marchio Serie A perderà ancor di più appeal, sempre più investitori, sempre più interesse. Il potere si mostra anche al costo di sembrare ridicoli, anche al costo di farlo implodere o, come in questo caso, farlo esplodere in una chiassosa e rumorosa figuraccia.

Ogni squadra, ogni società, ogni addetto ai lavori mentre guarda queste immagini, deve domandarsi fino a quando si possa accettare tanta fradicia decenza?

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