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Il Benevento di Pippo Inzaghi, non la solita neopromossa

I giallorossi non prediligono la difesa ad oltranza, hanno un gioco propositivo. Costruiscono dal basso e cercano molto il cross

Immaginare il Benevento come la neopromossa che la mette tutta sulla grinta e la voglia disperata di salvarsi, significherebbe fare un torto alla squadra e a Filippo Inzaghi. Le ottime impressioni dopo la marcia trionfale lungo tutto lo scorso campionato di Serie B stanno trovando conferma. In quattro partite, i giallorossi hanno ottenuto sei punti, perdendo contro avversari di gran lunga più attrezzati, come Inter e Roma, sconfiggendo invece formazioni dalla salvezza tranquilla, come Sampdoria e Bologna. Gli otto gol fatti finora certificano un atteggiamento tutt’altro che difensivista e catenacciaro, ma propositivo. Nonostante i tanti acquisti estivi e il cambio di modulo, dal 4-4-2 al 4-3-2-1, Inzaghi ha saputo mantenere intatta la solidità raggiunta.

Il blocco difensivo è rimasto simile a quello della promozione, con l’aggiunta di un innesto d’esperienza come Kamil Glik. È stato rivoluzionato il reparto offensivo. con l’arrivo di Iago Falque, Caprari e Lapadula che compongono il tridente attuale (ma attenzione anche a Roberto Insigne, che troverà sicuramente spazio). Dabo e Ionita sono, invece, i rinforzi scelti per il centrocampo.

Assecondando la tendenza attuale, il Benevento prova a costruire sempre dal basso, facendo girare la palla tra i difensori e coinvolgendo anche il portiere, con l’obiettivo di liberare uno dei terzini in possesso. A questo punto l’esterno basso che riceve, cerca di alzare il più possibile la propria posizione mentre una delle mezzali attacca lo spazio. Facendo collassare la difesa avversaria, gli altri due centrocampisti hanno margine per impostare l’azione offensiva. Inoltre Caprari e Iago Falque si dividono i compiti: se uno si abbassa per giocare il pallone e magari ritagliarsi una conclusione dalla distanza, l’altro fa i movimenti opposti a quelli di Lapadula.

Inzaghi chiede una presenza forte in area di rigore, per questo l’esterno basso del lato dove si sviluppa l’azione è in linea con gli attaccanti. La superiorità numerica creata su una fascia dà più libertà d’azione al centrocampista o alla punta corrispondente. Per questo, in generale, il cross è una soluzione ricercata con continuità dal Benevento. Un punto di forza sono senz’altro le palle inattive, preparate con grande attenzione, e che finora hanno prodotto risultati importanti.

È chiaro che un atteggiamento del genere espone a rischi elevati in fase di transizione. Il Benevento ha già subito 12 gol, principalmente a causa delle goleade subite da Roma e Inter, a testimonianza del fatto che la squadra non vuole snaturarsi nemmeno contro formazioni più accreditate.

Nel complesso, Inzaghi chiede che ci sia poca distanza tra i reparti e che gli spazi centrali vengano chiusi, affinché la palla possa spostarsi sugli esterni dove parte l’azione di pressing. C’è da aspettarsi anche che uno degli attaccanti segua a uomo Fabian Ruiz, così da non dargli tempo e spazio per l’impostazione, nonostante però sia ormai acclarato che la chiave del 4-2-3-1 di Gattuso è l’abbassamento di Mertens per la regia offensiva.

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